17 giugno 2022 - 20:34

Bologna, il saluto degli amici ad Antonio La Forgia: «Coerente fino in fondo»

Circa 300 le persone arrivate all’Archiginnasio per l’ultimo omaggio all’ex presidente dell’Emilia Romagna: «Vogliamo ricordare il suo coraggio e la sua generosità»

di Francesco Rosano

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Foto Nucci/LaPresse
Foto Nucci/LaPresse

«Antonio era un uomo buono e gentile. Cosa ci ha lasciato? Ci ha lasciato delle scelte, come quella di uscire dal Pds, che ha pagato molto caro. Quella che ha preso di fronte alla malattia non era una scelta, perché il dolore delle metastasi non lascia scelta». Circondata dall’affetto della famiglia e da generazioni di politici e amministratori bolognesi, Maria Chiara Risoldi ricorda così il marito Antonio La Forgia durante la cerimonia all’Archiginnasio per commemorare l’ex presidente della Regione, scomparso venerdì scorso a 78 anni dopo aver scelto la sedazione profonda come ultimo atto politico alla fine di una lunga malattia.

Trecento amici

Circa trecento le persone arrivate all’Archiginnasio per l’ultimo omaggio a La Forgia, tra i primi a credere nel progetto prodiano dei Democratici dopo una vita nel Pci-Pds. In platea amministratori di ieri e di oggi, come il sindaco Matteo Lepore e la vicepresidente della Regione Elly Schlein, e tanti amici dell’ex parlamentare che nell’ultimo anno e mezzo ha combattuto contro un tumore incurabile. Sul palco il ricordo di protagonisti della politica italiana a lui vicinissimi, anche umanamente: l’ex senatrice del Pci Aureliana Alberici, Romano Prodi, Achille Occhetto. E poi il ricordo toccante dei suoi familiari, il fratello Sandro a la nipote Lucia.

Prodi e Occhetto

«Antonio era convito che esistesse una soglia sulla quale la politica deve fermarsi e al di là di cui deve essere lasciata la decisione alla libertà di coscienza. Su questo è stato coerente fino in fondo», ha detto dal palco Prodi. Occhetto si è soffermato sul rapporto, quasi paterno, che li legava. Così stretto da metterlo al corrente della Svolta della Bolognina, la volontà del partito di rinunciare al nome comunista, prima che accadesse: «Glielo dissi alla cena del giorno prima, era uno dei pochi che sapeva».

Il trombettista

Infine, tra le note registrate per l’occasione dal trombettista Paolo Fresu, il messaggio dell’ex ministro Arturo Parisi, protagonista anche lui della stagione politica dell’Asinello, assente a causa di un malore: «Voglio ricordare il suo coraggio, la sua leggerezza, la sua generosità, che lo spinse ad alleggerirsi del passato senza preoccuparsi di un approdo immediato».

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