9 gennaio 2019 - 16:37

Morto Paolo Paoloni, il Megadirettore Galattico di Fantozzi: volto elegante (e feroce) di un Potere che oggi non esiste più

Aveva 89 anni. Caratterista in tantissimi film, divenne celebre come lo spietato n° 1 dell’azienda in cui lavorava il personaggio di Paolo Villaggio. Figura oggi scomparsa

di Aldo Cazzullo

Morto Paolo Paoloni, il Megadirettore Galattico di Fantozzi: volto elegante (e feroce) di un  Potere che oggi non esiste più
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«Ma non mi dirà che lei è…comunista?!». Un tuono accoglieva le parole di Fantozzi. «Proprio comunista, no. Diciamo che sono un medio progressista. Dovremmo incontrarci e parlare dei problemi, fino a quando non saremo tutti d’accordo». «Ma così ci vorrà una vita!». «Posso aspettare. Io». Ecco, il megadirettore galattico non era un uomo. Era un essere metafisico. Era il Potere, senza età perché senza tempo. Paolo Paoloni, morto a 89 anni, era perfetto per il ruolo. Luciano Salce, il regista del primo Fantozzi, l’aveva scelto a colpo sicuro. Elegante, quasi etereo, con i capelli candidi e l’aria fintamente innocente. In realtà, il suo personaggio era feroce. Custodiva davvero l’acquario dei dipendenti. E se all’apparenza il suo studio era francescano, con l’inginocchiatoio e l’immagine del Santo, in realtà esprimeva la durezza e l’implacabilità della gerarchia.

Era l’Italia degli Anni 70, quella dei “burosauri”, conglomerati pubblici e privati dove lavoravano decine di migliaia tra operai e impiegati. Fantozzi era uno di loro. Piccoloborghese e integrato: “Baciate queste scrivanie, simbolo della vostra fortuna…” lo ammoniva il ragionier Filini. Ma dopo l’incontro con il collega Folagra – caricatura dell’extraparlamentare di sinistra -, Fantozzi “vide la verità e si incazzò come una belva”. E’ allora che entra in scena il Galattico, a ripristinare l’ordine delle cose. Se ne sono andati quasi tutti, i protagonisti di quella saga. Resiste solo la signorina Silvani, la bravissima Anna Mazzamauro. Anche il loro mondo non esiste più. Il lavoro si è parcellizzato e precarizzato, il padrone è diventato immateriale: il mercato, la finanza, la rete. Il travet è sostituito da un clic. Oggi il megadirettore galattico è visionario come Steve Jobs, spietato come Jeff Bezos, immaginifico come Mark Zuckerberg. Ma noi continueremo a pensarlo con i capelli candidi, il vestito chiaro, il tono paternalista; e ovviamente seduto sulla poltrona in pelle umana..

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