Milano, 15 ottobre 2017 - 22:34

La lettera di Marco a Fede Pellegrini: «Mi hai dato la forza per superare
il cancro». E lei saluta via Twitter

Il racconto del 16enne: non ho avuto il coraggio di dirglielo di persona, allora quella lettera. E sogna di «sfidare» la campionessa italiana

Marco Leoni con Federica Pellegrini in una foto fornita al «Corriere della Sera» Marco Leoni con Federica Pellegrini in una foto fornita al «Corriere della Sera»
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Quando si è ritrovato a pochi centimetri da Federica Pellegrini, la campionessa seguita senza interruzione da tredici anni, ha avuto la forza di fare soltanto una foto, perché poi si è emozionato così tanto «da non riuscire a dire nulla». Per questo poco dopo ha preso carta e penna, le ha scritto una lettera e l’ha lasciata nella cesta della tuta della nuotatrice che proprio lui, da volontario, aveva posato a bordo vasca durante le competizioni a Budapest. «Cara Federica grazie a te ho cominciato anche io a nuotare. Poi l’anno scorso ero malato di cancro e tu mi hai dato tanta forza per superarlo». Firmato: Marco Leoni. «Questo messaggio mi fa ricordare la vera importanza delle cose!!», ha cinguettato lei, Pellegrini, sul suo profilo Twitter, postando anche la lettera.

Sedicenne in Ungheria

Il tweet ha fatto, come si dice in questi casi, il giro della Rete. «Mi seccava tanto non dirle nulla, non raccontarle quello che lei aveva comportato per me in un periodo difficile, così ho scritto quel testo d’istinto e ora rileggendolo mi accorgo pure dei tanti errori di italiano», racconta al telefono Marco Leoni, 16 anni, che da anni vive in un paesino di case basse vicino al Lago Balaton, in Ungheria. «Per questo non parlo benissimo la lingua», si scusa ripetutamente. L’adolescente studia al liceo scientifico, vorrebbe fare l’ingegnere «perché mi piacciono i numeri», e appena può va a nuotare. «Mi piacciono i cento metri stile rana e farfalla», continua. La Pellegrini — «che seguo dai giochi olimpici di Atene del 2004» — non l’ha contattato direttamente. Non ancora almeno.

La mamma ignara del gesto

Il papà di Marco è italiano, vive nel Bresciano. La mamma magiara. Avvisata sulla vicenda la donna cade dalle nuvole. «Non ne sapevo nulla», esclama. «Mio figlio mi ha detto solo poco fa cosa aveva fatto». Nella vita Marco ha già dovuto superare diverse difficoltà. «Ho iniziato a nuotare davvero quando avevo sei anni — ricorda —, la prima gara l’ho fatta quando ne avevo otto». Ma tre anni dopo si rompe una mano e deve stare lontano dalle vasche per diciotto mesi. «Poi ho ripreso lentamente e proprio alla vigilia delle competizioni ho scoperto di avere un cancro». Sette mesi difficili. Prima l’operazione chirurgica. Poi i quattro cicli di chemioterapia. Quindi lo stop ai tuffi in acqua per altre dodici settimane. «Non ho potuto nuotare per dieci mesi», calcola. «In tutti quei mesi seguire le gare di Federica è stato un momento di distrazione: la vedevo sfidare le più forti atlete del mondo e dimenticavo la mia situazione». Poi la situazione prende un’altra piega. Più positiva. «Sono tornato in piscina un anno fa, lo scorso settembre per la precisione». Ma in parallelo è ripresa anche la scuola. «Per questo non riesco ad andare ad allenarmi — come vorrei e con costanza — per più di due volte la settimana anche perché vado a scuola in una città che è a circa un’ora di autobus da casa mia».

Il sogno di Marco

La vera buona notizia, dice — perché alla fin fine è quel che conta — «è che il tumore non c’è più, anche se ogni due mesi devo comunque andare in ospedale a fare le visite mediche per assicurarmi che le cellule cancerogene non si facciano rivedere». Il nuoto resta la passione di Marco, nonostante quelle che giudica le troppe interruzioni. «Non ce la faccio più a tenere il passo delle competizioni per questo ho deciso di concentrami di più sul liceo». Perché al sedicenne piace molto fare i calcoli, risolvere i problemi di matematica, decifrare i numeri. Intanto non nasconde il suo sogno impossibile. «Mi piacerebbe gareggiare con Federica nei 200 metri stile libero: vincerebbe ovviamente lei, ma in una sfida che mi concede più tempo per godere di quel momento».

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