Milano, 21 marzo 2017 - 10:48

Mafie, a Locri per ricordare le vittime
Don Ciotti: «Oggi siamo tutti sbirri»

Almeno 25 mila di persone in Calabria per la Giornata in memoria e dell’impegno per le vittime di mafia promossa da Libera e da Avviso pubblico

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LOCRI(Reggio Calabria) - In venticinquemila per dire no alle mafie. Una partecipazione massiccia, senza precedenti, un corteo di voci, colori, entusiasmo, ha attraversato le strade di Locri, per l’occasione blindata, per ricordare la XXIII giornata della memoria e dell’impegno per le vittime innocenti di mafia, promossa da Libera. Le scritte offensive «Siete tutti sbirri, don Ciotti sbirro», apparse sui muri di alcune strutture cittadine e su una parete del Vescovado, sono ormai un ricordo stracciato dall’affluenza e dai tanti messaggi di solidarietà che hanno accompagnato questa giornata. Don Ciotti lo ribadisce: «Essere considerato uno sbirro per me è un complimento» E poi: «Siamo qui perché amiamo la vita, per sostenere quella Calabria che non accetta di essere identificata con la `ndrangheta, la massoneria, la corruzione. Oggi tutti ci sentiamo tutti calabresi e ci sentiamo tutti sbirri» . Il fondatore di Libera dal palco richiama tutti alla condivisione sul progetto di cambiamento, «che deve essere unitario». «Siamo qui perché abbiamo un debito con chi è stato assassinato. Non basta più ricordare bisogna far rivivere il nostro impegno, attraverso una società più giusta e più umana».

Diritti e doveri

Per fare ciò don Ciotti indica le strade da seguire: la crescita educativa, culturale e la partecipazione alla vita sociale. «Se si enfatizza il negativo, non si apprezza il positivo» - dice il prete antimafia. Poi una stoccata alle icone dell’antimafia:«Non facciamo della legalità un idolo». Parla di diritti e doveri don Ciotti. «Se i diritti sono così deboli è perché chi ha il dovere di difenderli, non lo fa concretamente». Ad ascoltarlo il Presidente del Senato Piero Grasso e le massime autorità politiche ed ecclesiastiche della regione. Proprio alla politica si rivolge don Ciotti bacchettando il provvedimento sulla povertà. «È del tutto insufficiente, molte persone non saranno tutelate da queste norme» ha detto il fondatore di Libera. Don Ciotti fa poi un appello affinché si approvi il codice antimafia sulle confische dei beni, non si arretri sulle norme in materie di appalti, si approvi con urgenza la proposta di legge sul gioco d’azzardo e la riforma sul caporalato. E ai sindaci: « Lavorate per una città educativa». Quindi l’appello accorato affinché non vengano accorpati i tribunali dei minori. «Sono determinanti per sostenere i figli dei mafiosi. Anche qui oggi, tra di voi ci sono ragazzi che vivono in famiglie di mafiosi, ma che vogliono e cercano le possibilità per uscirne».

La malattia della rassegnazione

Per don Ciotti non c’è una ricetta per sconfiggere le mafie, ma la malattia più terribile è la delega, la rassegnazione. Ed ancora, rivolgendosi ai politici presenti, cita Corrado Alvaro e li ammonisce. «Abbiamo il diritto di sapere non solo ciò che hanno in testa i rappresentanti del popolo, ma anche quello che hanno in tasca. La politica è etica e ci sono ancora politici che non l’hanno capito». Don Ciotti ha voluto poi ricordare le origini di questa terra. «La Calabria è stata la culla della nostra civiltà e tutti noi siamo orgogliosi di essere calabresi. Una terra dove l’illegalità si è radicata e rafforzata per colpa di una società disuguale. Le ingiustizie sociali sono alleate con le nostre omissioni». Alla fine della cerimonia don Ciotti ha voluto rivolgere un saluto alla signora Luciana Alpi, madre di Ilaria. «Non ti lasceremo sola, la tua stanchezza non sarà rassegnazione» ha promesso. Infine l’annuncio del riconoscimento della legge Bacchielli al giornalista de “I Siciliani” Riccardo Orioles. È stato lo stesso Presidente del Consiglio Gentiloni, a dare la notizia a don Ciotti.

Boldrini e Grasso

In piazza a Locri sono molti gli esponenti politici e istituzionali. «Sono orgogliosa che oggi, 21 marzo, per la prima volta si celebri per legge la Giornata nazionale della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie - commenta la presidente della Camera Laura Boldrini - Dopo tanti anni di mobilitazione dei cittadini contro la criminalità organizzata, dal Parlamento italiano è finalmente arrivato - con il voto unanime espresso dalla Camera 20 giorni fa - il riconoscimento ufficiale che questa partecipazione meritava». Mentre il presidente del Senato Pietro Grasso torna a commentare le scritte sui muri: «Se volevano ottenere un effetto hanno ottenuto quello contrario - sottolinea - cioè di una piena solidarietà da parte di tutta Italia a Libera, a don Ciotti e a questo movimento che è un movimento per la legalità e per l’affermazione della cultura della legalità che non è solo rispetto delle leggi ma la possibilità di andare avanti con principi di solidarietà, e per dare un futuro migliore sopratutto ai nostri giovani».

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