17 marzo 2019 - 14:03

Morto Mario Marenco, indimenticabile nello show di Arbore

L’attore e umorista aveva 85 anni. Era ricoverato al Policlinico Gemelli di Roma

di Aldo Grasso

Morto Mario Marenco, indimenticabile nello show di Arbore
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Abbiamo imparato ad amare Mario Marenco seguendo «Alto Gradimento», tanti anni fa. Era il colonnello Buttiglione, era il prof. Aristogitone, era il prof. Anemo Carlone, era la Sgarrambona, asfissiante «ragazza da marito», era lo studente Verzo. «Alto Gradimento» (1970) è stato una piccola rivoluzione nella storia del costume e dei media. La trasmissione aveva riscoperto la «specificità» del linguaggio radiofonico, che non è fatta solo di parole e di musica ma anche di rumori, di silenzi, di montaggi incongrui. Ha rappresentato un modello spettacolare e produttivo per tutte le nascenti «radio libere», regalando loro la possibilità di esprimersi con un linguaggio iterativo e «sgrammaticato».

In realtà, Marenco era un architetto e designer affermato, avvicinatosi casualmente al mondo radiofonico e televisivo, su invito nel 1965 di Gianni Boncompagni. All’inizio, leggeva poesie surreali che componeva viaggiando. «Alto gradimento» è stato poi sostituito da un analogo programma, «Radio trionfo», in cui Marenco si esibiva nei panni della dottoressa Benzolato in De Martiris, sessuologa e accanita fumatrice di pipa. Renzo Arbore lo ha voluto con sé all’“Altra domenica” (1976), altro caposaldo della storia dello spettacolo. L’originalità della proposta consisteva nella contaminazione tra cliché forti e improvvisazione, fra generi diversi e una vivida tradizione della rivista. Marenco si trasforma in Mister Ramengo, un ironico e svagato telecronista autore di cronache paradossali e beffarde. Nel 1978, a Milano, debuttano in palcoscenico molte delle sue creature, ma lo scarso successo ottenuto (Fellini lo definì «troppo intelligente per essere un vero attore») dissuase Marenco da altri analoghi tentativi.

Nel 1987-88 nel programma «Indietro tutta», sempre con Arbore, impersona il goffo bambino Riccardino, oltre a prestare la voce al Vicepresidente dell’Auditel e a prodursi in alcune sortite nei panni di un mercante spagnolo che voleva comprare il marchio del mitico «Cacao Meravigliao». Autore di alcuni libri umoristici («Dal nostro inviato speciale», «Lo scarafo nella brodazza», «La avventure di San Riccardino»), eclettico, disordinato e per molti versi geniale, ha dichiarato più volte che fare il comico lo aiutava ad affrontare la paura del vivere: «La quotidianità in cui viviamo ci porta a vivere in un paesaggio psicologico negativo: uno si rovina per stupidità, ma alle volte se la cava proprio con l’autoironia».

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