Serio, l’«irregolare» della letteratura

diMirella Armiero

La figura dell’autore visionario e lontano dai riflettori. Padre del pulp e dei «cannibali»

Michele Serio

Michele Serio

Michele Serio, lo scrittore morto oggi all’età di 67 anni, era un «irregolare» della letteratura e credo che tenesse molto a questa sua originale fisionomia. Ha fatto mille mestieri, ha calcato perfino i palcoscenici ed è stato impresario di successo, manager e altro ancora. La sua scrittura tagliente e grottesca si impose nel panorama italiano con il crudo e sanguinolento «Pizzeria Inferno», pubblicato nel ‘97 e poi riproposto nel 2012. Il romanzo gli diede la patente di «padre» del movimento pulp e di quella «Gioventù cannibale»in cui poi spiccò Niccolò Ammaniti. Dopo quel primo episodio, però, Michele Serio si è tenuto ben lontano dai riflettori del circuito culturale, preferendo sempre strade personali, poco battute, sperimentali.

Al Corriere del Mezzogiorno è stato un collaboratore prestigioso della prima ora, intervenendo su molte questioni culturali ma anche di politica cittadina, voce sempre autonoma e graffiante. La sua presenza occasionale in redazione era fonte di scambi intensi e molto spesso comici. Come un folletto gentile, Michele era pronto a lanciare al momento giusto la battuta fulminante o la provocazione intelligente. Come quella volta che argomentò in un’intervista la sua posizione critica su di una certa letteratura napoletana che gli sembrava ormai inattuale, attirandosi strali di critici e lettori. Ma Michele era così, diretto e franco, poco incline agli intellettualismi eppure capace di grandi fantasmagoriche visioni.

Dopo i primi successi ha percorso molte altre strade della narrativa; tra gli ultimi romanzi, nel 2015, è uscito «San Gennaro made in China» (edizione CentoAutori) in cui sfoggiava ancora una volta la sua vena migliore, felice e scanzonata, con la quale mescolava il thriller, l’horror e la descrizione della truculenta vita nei bassifondi napoletani. Al centro della storia, il goffo e tenero antieroe Genny., asfissiato da genitori in apprensione. Personaggio che ritorna anche nel più recente «Chi ha paura del congiuntivo?», uscito durante la pandemia, in cui Serio si divertiva a calarsi nei panni di un Dan Brown napoletano, mettendo il suo personaggio alla ricerca di un percorso esoterico tra i più antichi monumenti di Napoli.

L’affetto dimostrato sui social da tantissimi scrittori e amici alla notizia della sua improvvisa scomparsa, da Angelo Petrella a Maurizio de Giovanni solo per citare due nomi, testimonia l’incisiva presenza nella vita napoletana di questo scrittore dallo sguardo aperto sul mondo e dalla carica vitale inesausta fino all’ultimo giorno.

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24 ottobre 2021 2021 ( modifica il 25 ottobre 2021 2021 | 12:12)