Palù: «Subito la terza dose agli over 60, sono quelli che rischiano di più»

di Margherita De Bac

Il virologo presidente dell’Aifa: «Gradualmente, arriveremo anche ai ventenni». Sulla variante Delta mutata: «Non ci preoccupa: l’Italia è più protetta del Regno Unito grazie all’uso delle mascherine»

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Autunno e inverno sono le stagioni più propizie per la diffusione dei virus. È opportuno anticipare la possibile recrudescenza dell’epidemia da Sars-CoV-2 accelerando la somministrazione della terza dose a tutta la popolazione?

Per Giorgio Palù, virologo del comitato tecnico scientifico e presidente del consiglio di amministrazione dell’agenzia del farmaco Aifa «si, è giusto considerare la somministrazione dell terza dose di richiamo, detta booster, anche alle fasce di popolazione attualmente non indicate come prioritarie per età »

Come procederete?
«Dopo immunodepressi, per i quali è prevista una terza dose aggiuntiva ad un mese di distanza dalla seconda, ospiti di RSA, over 80 e operatori sanitari abbiamo poi individuato gli over 60 come persone che dovrebbero ricevere il booster almeno 6 mesi dopo aver ricevuto le prime due, anche in associazione con il vaccino anti-influenza stagionale. Questo per rafforzare la risposta immunitaria anti-SARS-CoV-2 che, si è visto, tende a scendere nel tempo dopo il ciclo primario».

La dose di rinforzo verrà indicata anche sotto i 60?
«Penso che man mano che la campagna vaccinale andrà avanti, sarà opportuno indicare il richiamo agli over 50, successivamente agli over 40 e così via fino ai ventenni. Ma questo avverrà sulla base di scelte che verranno attuate alla luce dei risultati di studi pubblicati ed in corso di pubblicazione. Per il momento l’attenzione si è concentrata sugli ultra sessantenni perché tra i 60 e 70 anni il rischio di un evento fatale se si contrae il Covid è dell’1,8-2% e sale fino al 18-20% nelle decadi successive soprattutto in presenza di comorbosità come malattie respiratorie, cardiovascolari, diabete, obesità».

In Gran Bretagna i contagi negli ultimi giorni hanno superato i 50mila, mai così tanti da metà luglio, 115 i morti. È un segnale che deve preoccupare l’Italia?
«È sbagliato confrontare la situazione della Gran Bretagna alla nostra. In Italia, oltre ad aver vaccinato oltre l’82% della popolazione sopra i 12 anni, non abbiamo mai dismesso le misure di protezione individuale, le mascherine, rimaste obbligatorie nei luoghi chiusi e all’aperto in caso di assembramenti. Una maggiore copertura vaccinale, non aver posticipato la seconda dose, rispetto del distanziamento, adozione del green pass, hanno poi fatto la differenza».

Il Robert Koch Institute tedesco ha lanciato l’allarme: prevedono che in autunno-inverno l’aumento del numero dei casi avrà un’accelerazione. La Germania si dovrà dunque preparare a un nuovo picco. L’allarme vale per tutti i Paesi europei, Italia compresa?
«Non è una novità che la stagione invernale favorisca la circolazione di tutti i virus respiratori. Le persone trascorrono la maggior parte del tempo al chiuso, in stretto contatto e, specie alle nostre latitudini, manca anche l’effetto delle radiazioni ultraviolette che uccidono il virus».

I vaccini Pfizer/Biontech e Moderna, a mRNA, sono stati autorizzati dall’agenzia Ema come dosi aggiuntive nei soggetti sopra i 12 anni mentre come booster per le altre categorie per il momento si raccomanda il solo Pfizer-Biontech (ma anche Moderna sta per essere autorizzato da Ema). Chi ha completato il primo ciclo con AstraZeneca o J%J può ricevere un vaccino diverso?
«Certamente, abbiamo già approvato la vaccinazione eterologa come CTS nazionale e AIFA i n quanto in grado di produrre una risposta immunitaria più efficace».

Preoccupa la variante Delta che presenta due nuove mutazioni, primi casi in Gren Bretagna?
«No, non preoccupa. È una sub variante della Delta, presenta due mutazioni una delle quali già nota. Circola in Gran Bretagna e non è diventata predominante. Pare sia più contagiosa del 10%, ma non ci sono studi che avvalorino questa ipotesi. È stata isolata anche in Italia. Per ora siamo tranquilli e i centri di controllo non la reputano oggetto di preoccupazione e di indagini ulteriori».

22 ottobre 2021 (modifica il 23 ottobre 2021 | 09:20)