È morto Paolo Pietrangeli, l’autore di «Contessa»: aveva 76 anni

di Matteo Cruccu

È stato il cantautore impegnato per definizione, scrivendo l’inno della Contestazione

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Ma se questo è il prezzo lo abbiamo pagato, nessuno piu al mondo dev’essere sfruttato». C’è stato un tempo nel nostro Paese in cui non c’era manifestazione, anche quando il fuoco sacro della contestazione e degli anni Settanta si era ormai spento, dove queste parole non venissero prima cantate e poi ben scandite, a mò di slogan: «Nes-su-no-più-al-mon-do-de-ve-es-se-re-sfrut-ta-to». Già, la fortuna di «Contessa» è durata a lungo e ha rappresentato un pezzo di storia dei movimenti della sinistra italiana. L’aveva scritta Paolo Pietrangeli, captando l’elegante conversazione in un caffé del quartiere Trieste, nella Roma bene («Che roba contessa/all’industria di Aldo./ Han fatto uno sciopero/ quei quattro ignoranti»), nel 1966, due anni prima che esplodesse la bomba della contestazione, di cui sarebbe diventata colonna sonora.

Il ricordo di Costanzo

E accompagnerà probabilmente anche il funerale di Pietrangeli, scomparso a 76 anni nella sua Roma dove aveva sempre vissuto e dove nella seconda parte della vita era diventato acclamato regista di Mediaset, lavorando prima con Maurizio Costanzo, colonna in regia del suo talk show e poi con Maria De Filippi. Conduttore che l’ha ricordato con parole molte sentite: «Più di vent’anni insieme al Maurizio Costanzo Show, va via un pezzo di vita. Mi rimarrà lo sguardo sornione e spiritoso e quel senso di tranquillità che mi dava quando stava in regia».

Le canzoni di protesta

Prima però Pietrangeli era stato il prototipo del cantautore impegnato. D’estrazione borghese, nato proprio in quel quartiere Trieste nel 1945, figlio di Antonio, affermato regista che avrebbe lavorato con Stefania Sandrelli e Claudia Cardinale e che con cui aveva avuto vari dissapori, dal 1966 entrò a far parte del Nuovo Canzoniere Italiano: con Ivan Dalla Mea, Giovanna Marini e tanti altri si sarebbe dedicato alla riscoperta delle canzoni popolari e partigiane (fu grazie a loro se «Bella Ciao» divenne patrimonio di tutti). E poi si sarebbe messo in proprio: oltre a «Contessa» un altro brano sarebbe diventato un manifesto d’epoca «Valle Giulia», sugli scontri davanti alla facoltà di Architettura che di fatto avrebbero acceso la miccia della rivolta in quell’anno fatidico. Entrambe poi incise con la seconda voce appunto della Marini, avrebbero appunto fatto da colonna sonora a centinaia di cortei a venire

In regia con Maria De Filippi

Poi era venuto il tempo del cinema. Nel 1974 aveva debuttato come regista con un documentario di forte impatto politico: «Bianco e Nero», viaggio nel mondo del neofascismo e denuncia delle collusioni tra una parte dello Stato e settori eversivi dell’estrema destra. Nel 1977 avrebbe poi diretto«Porci con le ali», tratto dal celebre libello generazionale di Lidia Ravera e nel 1980 «I giorni cantati», con un Francesco Guccini nelle vesti di sé stesso. E quindi sarebbe cominciata la stagione della tv commerciale, con una virata professionale, anche se Pietrangeli non avrebbe mai nascosto i suoi sentimenti. Sempre a sinistra. A chi gli chiedeva della distanza tra Mao Tsetung e «Amici» rispondeva infatti : «La passione è una cosa e il lavoro un’altra, non potevo certo campare con quelle canzoni e da subito avevo scelto di puntare sulla regia. Anche se alcune ragioni di certi programmi televisivi confesso che ancora non le trovo».

22 novembre 2021 (modifica il 22 novembre 2021 | 20:51)