24 maggio 2021 - 16:27

Max Mosley, morto a 81 anni l’ex capo della Formula 1

Fu presidente Fia per 16 anni. L’annuncio di Bernie Ecclestone anticipato dal Sun. Controverse le sue simpatie per l’estrema destra e il caso della «perversa orgia nazista»

di Redazione Sport

Max Mosley, morto a 81 anni l'ex capo della Formula 1 Max Mosley nel 2005 (Ap)
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L’ex capo della Formula 1 Max Mosley è morto lunedì 24 maggio a 81 anni. Lo ha annunciato l’ex patron del Circus Bernie Ecclestone. Insieme erano riusciti a far crescere la Formula 1 moderna soprattutto dal punto di vista della sicurezza. È stato considerato uno tra i dirigenti più importanti del motorsport. «Max era uno della famiglia per me, eravamo come fratelli. Ma in un certo senso sono sollevato: aveva sofferto troppo», ha spiegato Ecclestone. Mosley soffriva, infatti, da tempo di cancro. «Era molto bravo ad assicurarsi che venissero costruite auto sicure», ha aggiunto Ecclestone intervenendo alla Bbc.

Figlio di Oswald Mosley, ex capo del movimento fascista britannico, l’inglese nacque a Londa il 13 aprile 1940. Fu corridore - nell’equivalente della Formula 2 per la Brabham e la Lotus, partecipando anche alla nefasta gara di Hockenheim del 1968 nella quale perse la vita il leggendario Jim Clark - e avvocato, prima di diventare presidente della Federazione internazionale dell’Automobile nel 1993, subentrando al francese Jean-Marie Balestre.

Proprio la morte di Clark lo portò a interessarsi al problema sicurezza, e si ritirò per fondare la March, team che nelle sue 16 stagioni in Formula 1 conquistò tre vittorie. Ma da leader del motorsport, vivendo in particolare dopo pochi mesi la tragica morte di Ayrton Senna a Imola, fu tra i principali promotori dei test Euro Ncap, fondamentali per garantire la sicurezza passiva delle auto sul mercato. Un test che ha quindi riguardato milioni di automobilisti e non soltanto i piloti.

Diversi gli episodi controversi nella sua vita. Celebre il caso del 2008 in cui il tabloid News of the World pubblicò un servizio sulla sua partecipazione a una «perversa orgia nazista». Anche se al quotidiano fu proibita la pubblicazione integrale del video, e fu inflitta una condanna al pagamento di 60.000 sterline (76.000 euro dell’epoca) per la violazione della privacy delle persone coinvolte, Mosley nel 2009 non si ricandidò alla presidenza della Fia (anche per il lutto che lo colpì con la morte del figlio Alexander, 39 anni, per overdose).

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