17 febbraio 2019 - 22:43

Il premier albanese «Né dimissioni né voto. Oppositori in crisi»

Edi Rama dopo l’assalto al palazzo: distrutta un’opera d’arte a forma di fungo. E sulle tangenti: «Stiamo portando avanti una riforma che tolga dai tribunali i magistrati e giudici corrotti»

di Leonard Berberi, inviato a Tirana

Il premier albanese «Né dimissioni né voto. Oppositori in crisi»
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Edi Rama, primo ministro dell’Albania e leader del Partito socialista, non nega i problemi del Paese. La corruzione, per esempio, c’è. Così come ci sono le sentenze pilotate a suon di mazzette. El’insoddisfazione di una fetta dei giovani. E il traffico di droga. «Però il mio governo sta facendo quello che nessun altro ha avuto il coraggio di fare per eliminare questi mali dalla società», dice in un’intervista al Corriere.

Primo ministro, le organizzazioni internazionali evidenziano il livello preoccupante di corruzione in Albania.

«Che in Albania ci sia la corruzione è fuori discussione. C’è ed è un problema. Ma posso anche dire che questo governo sta facendo il massimo per sradicarla».

Sì, però lei è capo del governo da cinque anni e mezzo.

«Mi lasci dire che siamo impegnati al massimo nella riforma della giustizia: mai come ora stiamo combattendo così tanto la corruzione e stiamo lavorando per rendere la pubblica amministrazione immune alle mazzette».

Ci state riuscendo?

«Ovviamente è una guerra lunga: i risultati non possono arrivare subito».

I dati macroeconomici mostrano che la disoccupazione scende, anche tra i giovani. Però tra gli stessi giovani il malcontento c’è...

«Oggi l’Albania mostra dati molto positivi, basta leggere le cifre della Banca mondiale. Questo non vuol dire che abbiamo azzerato la disoccupazione o risolto i problemi dei giovani, ma significa che siamo sulla giusta strada».

E poi c’è la piaga dei giudici che emettono sentenze di un certo tipo in cambio di mazzette. Cosa state facendo?

«Quello che nessuno ha avuto il coraggio di fare nel Paese e nei Balcani, cosa che fa notare pure l’Unione europea. Stiamo portando avanti una riforma che tolga dai tribunali i magistrati e i giudici corrotti».

Un altro problema è il traffico di droga che continua a essere diffuso in diverse parti del Paese...

«Non posso negarlo. Però proprio pochi giorni fa la Guardia di finanza italiana ha presentato il rapporto 2018 sulla lotta alla cannabis in Albania e i risultati sono spettacolari per quanto il fenomeno viene combattuto dal mio governo».

La protesta degli studenti di alcune settimane fa vi ha portato a cambiare diversi ministri del suo esecutivo. Questo vuol dire che quella manifestazione era sensata?

«Era una contestazione sincera, dove gli universitari denunciavano problemi reali. Per questo li abbiamo ascoltati e abbiamo cercato di accogliere le loro critiche».

La manifestazione di sabato e il tentato assalto al palazzo del governo hanno fatto il giro del mondo. Cosa sta succedendo allora in Albania?

«Non sta succedendo nulla. C’è semmai una crisi profonda dell’opposizione che non è in grado di sfidare il governo politicamente. Questa minoranza è più debole rispetto alle elezioni del 2017: se andassimo a votare domani prenderebbe meno voti».

Però l’opposizione — guidata da Lulzim Basha, leader del Partito democratico (centrodestra, ndr) — muove contro di voi accuse pesantissime: brogli elettorali, corruzione. Dice che siete legati alla criminalità organizzata.

«Non replico nemmeno a queste accuse. Sono solo preoccupato perché questa politica del gettare fango non aiuta loro e nemmeno il Paese. Spero che il prima possibile la ragioni torni a prevalere sulla disperazione».

L’opposizione chiede le sue dimissioni. Lei che cosa ha intenzione di fare?

«Non ci penso nemmeno. Io ho avuto un mandato chiaro dal popolo, abbiamo una maggioranza netta in Parlamento e alla fine io ho un obbligo nei confronto dei miei connazionali. Non sono obbligato a dare seguito alle richieste della minoranza parlamentare. L’unico obbligo è il contratto con il popolo albanese che ci ha dato il voto per governare».

Quindi dopo quello che è successo sabato gli imprenditori italiani e stranieri non devono temere nulla?

«No. L’unica cosa che ha fatto la protesta dell’opposizione è stata dare un’immagine negativa dell’Albania con una violenza assurda, ma con un risultato deludente. L’unica conseguenza concreta è stata la distruzione di un’opera d’arte, un fungo, che avevo installato nel cortile del palazzo del governo».

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