15 aprile 2021 - 22:40

La sindaca che fece la guerra alle slot: «Non cambiate la legge sul gioco d’azzardo»

Ivana Gaveglio (centrodestra) contro le modifiche della Regione: «C’è libertà di pensiero»

di Massimiliano Nerozzi

La sindaca che fece la guerra alle slot: «Non cambiate la legge sul gioco d'azzardo»
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Non fosse per la zona arancione, dice Ivana Gaveglio, sindaca di Carmagnola, «sarei stata davanti a palazzo Lascaris per dire che quella sul gioco d’azzardo è una buona legge, che non va cambiata». Del resto, (anche) per voler farla rispettare, nel suo paese sono state incendiate auto e minacciati assessori (uno è ancora sotto scorta), come ha rivelato l’inchiesta di guardia di finanza e Dda sulle infiltrazioni della ‘ndrangheta, ora confluita nel maxi-processo «Carminius-Fenice». Dove lei stessa ha testimoniato, a febbraio. E pazienza se chi vuole cambiare le regole sono i partiti che hanno sostenuto la sua candidatura civica e, ora, la sua giunta: «C’è libertà».

Sindaca, che pensa dell’ipotesi di cambiare la legge sul gioco d’azzardo?
«È un tema sul quale sono particolarmente sensibile, perché a Carmagnola abbiamo lavorato nella direzione di proteggere la cittadinanza dai rischi dalla ludopatia, il gioco d’azzardo patologico».

Quindi?
«Credo che la modifica della legge regionale non incontrerà il nostro favore. Lo può scrivere tranquillamente. Anzi, se non ci fosse stata la zona arancione l’avrei già detto pubblicamente».

Cioè?
«Sarei andata davanti a palazzo Lascaris (sede del Consiglio regionale, dove ieri c’era un presidio, ndr) per rappresentare la sfaccettatura di Carmagnola, dove si è verificata una maggior criticità».

A cosa si riferisce?
«Come dicevo, è un tema sul quale abbiamo una certa sensibilità legata all’inchiesta “Carminius”, che in un certo senso ci pone come punto di riferimento. Dopodiché, vedremo se le risultanze del processo confermeranno se è stata la nostra ferma presa di posizione a creare così forti reazioni».

Chi vuole la modifica sostiene che i divieti favoriscano il gioco d’azzardo illegale: cosa risponde?
«Che noi, qui a Carmagnola, abbiamo toccato con mano tutti i rischi. Conosco bene la ratio della legge, ma la mia esperienza diretta dice che anche dietro le slot, a norma, dei locali ci può essere un giro di illegalità».

Ci sono in ballo anche posti di lavoro, è un altro argomento: no?
«Lo capisco, come so che ci sono attività che devono riprendere a funzionare, ma possono trovare il modo di convertirsi: non si sta cercando di eliminare una categoria produttiva, ma di difendere le persone più deboli. Aggiungo: non è che quando sono state tolte le slot machine le tabaccherie hanno chiuso».

E adesso cosa farete?
«Già nel gennaio dell’anno scorso il consiglio comunale votò un ordine del giorno in difesa della legge regionale».

Maggioranza trasversale?
«Fu approvato all’unanimità. E di certo la modifica che vogliono fare loro non potrà incontrare il nostro favore».

«Loro» sarebbero Lega e Forza Italia, ovvero anche lei, politicamente: come la mettiamo?
«Guardi, io apprezzo e condivido le politiche e le scelte regionali in tanti ambiti, da ultimo, per quel che riguarda il nostro territorio, la battaglia sul deposito delle scorie, ma fortunatamente abbiamo la libertà di esprimere dissenso».

Qualcuno del centrodestra l’ha richiamata all’ordine?
«No. Penso che ci siano delle posizioni che devono essere portate avanti, politicamente, ma credo anche che questo sia un tema inopportuno».

Come mai la pensa così?
«Perché ho vissuto sulla nostra pelle le conseguenze di una situazione che è poi sfociata in meccanismi di illegalità».

Tre anni fa, quando fu abbattuta una casa abusiva di sinti, Salvini le dedicò un tweet: paura di deluderlo?
(sorride) «Detto che con i partiti c’è stata sempre grande correttezza e stima, penso che su questa modifica di legge non ci sia così tanta adesione da parte della gente, almeno sul mio territorio».

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