È morto Gino Strada, il fondatore di Emergency aveva 73 anni

di Marta Serafini e Redazione Online

Il medico e filantropo Gino Strada è morto oggi, 13 agosto, all’età di 73 anni. Era malato di cuore. Aveva fondato la Ong Emergency

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Imagoeconomica

Gino Strada è morto oggi, venerdì 13 agosto, in Normandia. Il co-fondatore di Emergency aveva 73 anni ed era malato di cuore. L’Ong — cui aveva dato vita con la moglie Teresa Sarti nel 1994 — ha costruito ospedali e posti di primo soccorso in 18 Paesi, curando 11 milioni di persone. Strada lascia la figlia Cecilia, avuta dal primo matrimonio con Sarti, che è scomparsa nel 2009. Di recente si era risposato, a Milano, con Simonetta Gola.

La sua storia

Classe 1948, Gino Strada nasce vicino a Milano, nella rossa Sesto San Giovanni. Si laurea in Medicina e Chirurgia presso l’Università Statale di Milano e si specializza in Chirurgia d’Urgenza. Per completare la formazione da medico-chirurgo, negli anni Ottanta vive per 4 anni negli Stati Uniti, dove si occupa di chirurgia dei trapianti di cuore e cuore-polmone presso le Università di Stanford e di Pittsburgh. Si sposta poi in Inghilterra e in Sud Africa, dove svolge periodi di formazione presso l’ospedale di Harefield e presso il Groote Schuur Hospital di Città del Capo. Nel 1988 decide di applicare la sua esperienza in chirurgia di urgenza all’assistenza dei feriti di guerra. Negli anni successivi, fino al 1994, lavora con la Croce Rossa Internazionale di Ginevra in Pakistan, Etiopia, Tailandia, Afghanistan, Perù, Gibuti, Somalia, Bosnia. Ed è qui che decide: fondare un’organizzazione indipendente che porti aiuto e sostegno medico alle vittime di guerra.

La nascita di Emergency

Nel 1994, l’esperienza accumulata negli anni con la Croce Rossa spinge Gino Strada, insieme alla moglie Teresa Sarti e alcuni colleghi e amici, a fondare Emergency, Associazione indipendente e neutrale nata per portare cure medico-chirurgiche di elevata qualità e gratuite alle vittime delle guerre, delle mine antiuomo e della povertà. Il primo progetto di Emergency che vede Gino Strada in prima linea, è in Ruanda durante il genocidio. Poi la Cambogia, Paese in cui resta per alcuni anni. Nel 1998 parte per l’Afghanistan dove rimane per circa 7 anni, operando migliaia di vittime di guerra e di mine antiuomo e contribuendo all’apertura di altri progetti nel Paese. Dal 2005 inizia a lavorare per l’apertura del Centro Salam di cardiochirurgia in Sudan, il primo Centro di cardiochirurgia totalmente gratuito in Africa. Nel 2014 si reca in Sierra Leone, per l’emergenza Ebola.

Le frasi di Gino Strada

Due anni fa Gino Strada aveva detto al Corriere: «Non chiamatemi pacifista, nel mondo umanitario c’è molto dilettantismo». Su La Stampa di oggi il medico e attivista ha firmato un commento sulla situazione in Afghanistan intitolato «Così ho visto morire Kabul». «Ho vissuto in Afghanistan complessivamente 7 anni: ho visto aumentare il numero dei feriti e la violenza, mentre il Paese veniva progressivamente divorato dall’insicurezza e dalla corruzione. Dicevamo 20 anni fa che questa guerra sarebbe stata un disastro per tutti. Oggi l’esito di quell’aggressione è sotto i nostri occhi: un fallimento da ogni punto di vista» ha scritto sul quotidiano.

Il ricordo della figlia Cecilia e di don Ciotti

La figlia Cecilia Strada ha scritto su Facebook: «Amici, come avrete visto il mio papà non c’è più. Non posso rispondere ai vostri tanti messaggi che vedo arrivare, perché sono in mezzo al mare e abbiamo appena fatto un salvataggio. Non ero con lui, ma di tutti i posti dove avrei potuto essere - continua - beh, ero qui con la ResQ - People saving people a salvare vite. È quello che mi hanno insegnato mio padre e mia madre. Vi abbraccio tutti, forte, vi sono vicina, e ci sentiamo quando possiamo».

«Nessuno se l’aspettava. Siamo frastornati e addolorati. È una perdita enorme per il mondo intero. Ha fatto di tutto per rendere migliore il mondo. Ci mancherà tantissimo», ha dichiarato la presidente di Emergency, Rossella Miccio. Anche don Luigi Ciotti ha voluto ricordare Strada, definendolo «un caro amico, un lottatore, un uomo che ha vissuto non solo per sé ma per gli altri. Consapevole che il «bene» non è mai passivo o neutrale, che ogni vero bene è figlio del costruire giustizia».

Mattarella: «Ha portato ragioni vita dove guerra voleva morte»

«Gino Strada ha recato le ragioni della vita dove la guerra voleva imporre violenza e morte. Ha invocato le ragioni dell’umanità dove lo scontro cancellava ogni rispetto per le persone. La sua testimonianza, resa sino alla fine della sua vita, ha contribuito ad arricchire il patrimonio comune di valori quali la solidarietà e l’altruismo, espressi, in maniera talvolta ruvida ma sempre generosa, nel servizio alla salvaguardia delle persone più deboli esposte alle conseguenze dei conflitti che insanguinano il mondo». Lo afferma il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ricordando il fondatore di Emergency. «In coerenza con la nostra Costituzione che ripudia la guerra - prosegue il Capo dello Stato -, Gino Strada ha fatto di questa indicazione l’ispirazione delle azioni umanitarie sviluppate in Italia e all’estero, esprimendo, con coraggio, una linea alternativa allo scontro tra i popoli e al loro interno». «Nell’esprimere le più sentite condoglianze alla famiglia e a quanti gli sono stati vicini, rendo onore alla sua figura», conclude Mattarella.

L’addio di Draghi: «Era sempre dalla parte degli ultimi»

Anche il presidente del Consiglio Mario Draghi ha diffuso una nota per commentare la scomparsa del chirurgo. «Ha trascorso la sua vita sempre dalla parte degli ultimi, operando con professionalità, coraggio e umanità nelle zone più difficili del mondo», si legge nel comunicato. La nota prosegue definendo come Emergency «il lascito morale e professionale» di Strada e si conclude così: «Alla figlia Cecilia, a tutti i suoi cari e ai colleghi di Emergency, le più sentite condoglianze del governo».

Articolo in aggiornamento...

13 agosto 2021 (modifica il 13 agosto 2021 | 22:27)