15 giugno 2020 - 11:50

Verona, muore in cella di sicurezza dopo l’arresto dei carabinieri

Il 37enne georgiano era stato fermato dai carabinieri di Legnago per evasione dagli arresti domiciliari. Per ora nessun indagato

di Davide Orsato

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VERONA Sembrava stesse dormendo. E, in effetti, si era assopito nelle celle di sicurezza della compagnia dei carabinieri di Legnago. Solo che non si è più svegliato. Erekle Iobidze, cittadino georgiano di 37 anni, avrebbe dovuto comparire davanti al giudice ieri mattina, assistito dal legale di fiducia, Gianfranco Manuali. Era stato arrestato nel pomeriggio di venerdì per evasione dagli arresti domiciliari, ultimo della lunga serie di reati più o meno piccoli da lui commesso. Ma proprio mentre era in custodia, affidato allo Stato, come si suol dire, è deceduto improvvisamente. Una storia che, al momento, non ha strascichi penali. Il pubblico ministero di turno, Beatrice Zanotti, nell’aprire il fascicolo, ha fatto ricorso al modello 45: significa non solo che non c’è nessun indagato ma che al momento non c’è nemmeno una notizia di reato. C’è solo un dato di fatto: la morte, per l’appunto. E cosa l’ha causata? Occorrerà aspettare la prossima settimana per saperne di più.

La caserma dei carabinieri di Legnago (web)
La caserma dei carabinieri di Legnago (web)

Gli esami legali

Lunedì è previsto il conferimento dell’incarico al medico legale per tutti gli accertamenti del caso (non si esclude l’autopsia). Iobidze risultava essere in buona salute, ma era tossicodipendente e da tempo sotto terapia di metadone. Un dato che risulta agli atti, tant’è che – come si apprende da fonti della difesa – il metadone gli sarebbe stato somministrato anche nella serata di ieri, dopo una crisi d’astinenza. Tutte circostanze che andranno chiarite: non è detto che ci sia una connessione tra l’assunzione del farmaco e il decesso. Quel che è certo è che la procura è in possesso delle immagini della videocamera di videosorveglianza che hanno registrato le ore trascorse da Iobidze nelle celle di sicurezza. Dalle quali emergerebbe, per l’appunto una morte nel sonno. Iobidze era ai domiciliari da febbraio, dopo essere stato scoperto a compiere un furto all’Oviesse di Legnago. Furto aggravato da un’aggressione ai danni del commesso, colpito ripetutamente con un braccio di plastica strappato a un manichino. Era solo l’ultimo di una serie di episodi analoghi. Ieri, invece, il 37enne aveva lasciato casa per andare a trovare la fidanzata, ricoverata in un reparto dell’ospedale Mater Salutis di Legnago. Peccato che non si tratta di un’area dove sono concesse visite: infatti è stato individuato dai medici mentre stava tentando di forzare un’entrata. È stato il personale sanitario, dunque, a chiamare le forze dell’ordine, che hanno contestualmente scoperto che Iobidze non avrebbe dovuto, a causa delle misure cautelari, abbandonare l’abitazione. Sono seguite le manette e, come di prassi, la custodia nelle celle della caserma in attesa del processo per direttissima. Processo che non è mai avvenuto.

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