4 dicembre 2020 - 07:13

Maradona: Matias Morla, l’avvocato che aveva «blindato» la vita di Diego

Da cinque anni il legale — un passato professionale tra Messico e Dubai — aveva trasformato in un brand l’ex fuoriclasse argentino nominando la sorella amministratrice delegata e tenendo alla larga la famiglia

di Francesco Battistini, inviato a Buenos Aires

Maradona: Matias Morla, l'avvocato che aveva «blindato» la vita di Diego Matias Morla, l’avvocato di Maradona
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«Sattva»: luce, bontà, purezza. A Matías Edgardo Morla non è mai mancata una giusta dose di fantasia. Né d’involontaria ironia. E cinque anni fa, quando decise di blindare in un ufficio di Puerto Madero tutti i diritti di sfruttamento del brand Diego Armando Maradona, dopo essersi attribuito la carica di presidente unico e aver nominato amministratrice delegata la sorella, Morla si pose il problema di come chiamare questa società depositaria del copyright.

In fondo, si trattava d’amministrare l’immagine del più grande calciatore della storia. E bisognava pensare in grande: «Sattvica S.A.», fu l’idea. El D10s lo guardò perplesso: che cavolo di nome è, Matías? L’avvocato amico aveva già la risposta pronta: veniva da una parola sanscrita, «sattva». E lisciandolo quell’attimo, gli spiegò come fosse un principio alla base della filosofia indù e indicasse meravigliose qualità che certo non mancavano a Dieguito: salute, fiducia, equilibrio, virtù, positività, serenità e blablablà…

E sattva fu. Malato, sfiduciato, vizioso, depresso, negativo e per nulla sereno, Maradona s’affidò come sempre a Morla. Cedendogli diritti e rovesci della sua esistenza, con lo sfruttamento esclusivo dei marchi «El 10», «Diegol», «La Mano de Dios», «El Diego» e d’altre 54 coniugazioni maradoniane dello stesso concetto: far soldi. Che cosa pensassero di tutto questo i familiari del Pibe, s’è capito bene il giorno dei funerali. Con quello strano addio di Morla, a distanza e solo su Twitter: «Ci vedremo presto, amico. Hasta siempre Comandante».

E con qualcuno che aveva suggerito all’avvocato di stare alla larga dalla camera ardente, perché l’onda non era proprio di simpatia. «Assassino!», gli ha gridato una donna per strada. «Se il vaccino del Covid sopravvive a meno 80 gradi — è circolata una battuta sui social —, potremmo conservarlo nel cuore di Morla!». «Non vogliamo vederlo neanche dipinto», hanno sibilato Dalma e Giannina, le orfane. E il diktat dell’ex moglie Claudia: «Con questo avvocato faremo i conti!».

Il primo conto lo stanno presentando i magistrati. Che non hanno mai indagato per omicidio colposo l’onnipresente Matías, ma secondo i più l’aggiungerebbero volentieri ai due medici sott’inchiesta. 41 anni, un passato di legale tra il Messico e Dubai, entrato nella vita di Diego solo nel 2008, l’avvocato Morla è stato rapido a diventare l’alfa e l’omega dell’universo maradonico. E a creare una rete impenetrabile in cui era intestatario dei diritti riservati e forse di parte delle proprietà all’estero, aveva le spalle coperte dal cognato Maxi Pomargo, subito nominato direttore supplente nelle società, aveva garanzia che il D10s fosse tenuto d’occhio passo passo dal fido Johnny Esposito.

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Dove dormiva

Chiunque doveva passare da Morla, per avvicinare Maradona. Ed era stato lui a scegliereLeopoldo Luque e Agustina Cosachov, il neurochirurgo e la psichiatra sospettati di malpratiche e abbandono: «L’avvocato di papà rispondeva sempre che ci pensava lui — hanno sparato a zero Dalma e Janina, sabato notte, interrogate sei ore dai pm —. Anche stavolta, ci aveva promesso che avrebbe provveduto a un ricovero domiciliare. Invece non è stato così. Il ricovero era quella casa inadeguata».

Affittare il lotto 45 di San Andres, la sala giochi dov’è poi morto il campione, è stato l’errore fatale. Appena l’ha capito, Morla ha cercato di sviare l’attenzione inguaiando l’infermiera di turno, anche per coprire Luque e le sue assenze: se neanche il podologo poteva visitare Maradona senza il permesso del neurochirurgo Luque, come giustificare quella morte così in solitudine? L’avvocato ora non si considera fuorigioco e si scalda in panchina. Per il momento, s’è alleato con le quattro sorelle del Pibe — Cali, Ana, Kity e Mary, spesso osteggiate dal clan Maradona — e per loro conto chiederà i danni a vedove e orfani: «Sono state infangate dalle calunnie». Sa che in questa rissa ci vuole «sattva»: lui ne ha da vendere.

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