Milano, 23 giugno 2017 - 17:00

Washington Post: «Putin coinvolto nell’hackeraggio delle elezioni Usa»

Dalla Cia prove del coinvolgimento del presidente russo: «Diede istruzioni specifiche per danneggiare Clinton e aiutare Trump». L’attacco informatico dei servizi russi, tre mesi prima del voto

(Epa) (Epa)
shadow

La Cia accertò che Vladimir Putin fu coinvolto direttamente nella campagna di hackeraggio per screditare le presidenziali Usa sulla base di fonti interne al governo russo. Lo rivela il Washington Post, che ricostruisce con decine di fonti anonime dell’intelligence Usa le reazioni di Obama per fermare le interferenze russe. La Cia sarebbe venuta in possesso di specifiche istruzioni di Putin per sconfiggere o danneggiare la candidata dem Hillary Clinton e aiutare il suo rivale Trump.

L’attacco informatico

Tre mesi prima del voto per le elezioni presidenziali, spiega il Washington Post, il quadro generale di un attacco informatico da parte dei servizi di spionaggio della Russia era quindi evidente e all’attenzione delle massime autorità degli Stati Uniti. Soprattutto dopo che il 22 luglio dello scorso anno quasi 20mila email sottratte al comitato elettorale democratico erano state pubblicate online da WikiLeaks. Ma, secondo le indiscrezioni riportate, sono servite molte settimane alle altre agenzie di intelligence Usa per confermare il quadro tracciato dalla Cia. Solo nelle settimane finali dell’amministrazione Obama, in un rapporto declassificato, è stato rivelato ciò che gli 007 sapevano da agosto: Putin avrebbe lavorato per far eleggere Donald Trump.

Trump: «irritante amicizia Mueller-Comey»

Intanto, il presidente Usa, dopo aver negato di avere nastri o registrazioni delle sue conversazioni con James Comey - l’ex capo dell’Fbi, che lui stesso ha rimosso dall’incarico lo scorso 9 maggio - torna a parlare del Russiagate. E lo fa per definire «molto irritante» il rapporto che Comey avrebbe con il procuratore speciale che indaga sul Russiagat, Robert Mueller. Trump ha ribadito inoltre che «non c’è stata alcuna collusione (con i russi, ndr), ci sono state fughe di notizie da parte di Comey. «Ma non c’è stata collusione, nessuna ostruzione, e virtualmente tutto concordano su questo», ha aggiunto.

© RIPRODUZIONE RISERVATA
ALTRE NOTIZIE SU CORRIERE.IT