Morta in un incidente Antonia Terzi, l’ingegnera della Formula 1 «contesa» da Ferrari e Williams

di Alessandro Fulloni

Cinquant’anni, modenese, ha perso la vita in uno schianto in autostrada. Aveva inventato il «muso a tricheco» della FW26 e aveva progettato l’avveniristico «Superbus» capace di trasportare 23 passeggeri a oltre 250 chilometri all’ora

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Antonia Terzi

Dalla «motor valley» dell’Emilia alla «motor valley» dell’Oxfordshire. Dal muso a «tricheco» della Williams all’avveniristico «superbus», una specie di affusolatissimo «siluro» su ruote capace di trasportare i passeggeri sfrecciando a oltre 250 chilometri orari. Sempre la fantasia al potere. Antonia Terzi, 50 anni, era un’ingegnera con tante vulcaniche idee che sembravano uscite dalle pagine di Giulio Verne. E forse anche per questo il suo lavoro era apprezzatissimo dai team della Formula 1: era stata prima alla Ferrari, e poi, appunto, alla Williams, alle dirette dipendenze di Patrick Head che per averla con sé l’aveva «strappata» alla scuderia del Cavallino rampante. Antonia è morta l’altro giorno in un incidente stradale in Inghilterra, in uno schianto — racconta la Gazzetta di Modena che ha dato la notizia —, lungo un’autostrada, sul quale sta facendo luce la polizia del Regno Unito.

Il cordoglio della Williams: «Profondamente rattristati»

Sui social i messaggi di cordoglio si stanno moltiplicando e tra gli account specializzati in sport motoristici, soprattutto in inglese, si ripetono questi vocaboli: «genius», «mente fervida», «pioniera tra le donne in ruoli tecnici». E dal team Williams esprimono, tramite un tweet, anche il cordoglio ufficiale: «Siamo profondamente rattristati di apprendere della scomparsa della nostra ex collega e capo aerodinamica, Antonia Terzi. Il nostro pensiero va agli amici e alla famiglia di Antonia in questo momento difficile».

Nella Scuderia di Todt e Schumacher

L’ingegnera, tra le poche donne nel mondo assai maschile della Formula 1, era nata e cresciuta nel Modenese — da queste parti dove nascono i progetti di Ferrari, Lamborghini e Maserati — e proprio a Modena si era laureata in Ingegneria. Inevitabile il suo approdo, da giovanissima, alla «rossa» negli anni in cui la «Scuderia» dominava con Jean Todt al comando e Michael Schumacher al volante. Una storia che ricorda tanto quella di Mauro Forghieri, anche lui ingegnere funambolico e geniale, modenese laureatosi nella sua città ed entrato nel cuore del Drake anche per aver portato i suoi bolidi per quattro volte alla vittoria del mondiale piloti.
Antonia a Maranello era stata per cinque anni, lavorando fianco a fianco con Nicolas Tombazis, allora responsabile della galleria del vento. Quando, neanche 32enne, passò alla Williams, in Emilia cercarono di minimizzare il colpo di mercato, sostenendo che la defezione non avrebbe indebolito la «rossa».

Frank Williams: «Una ragazza valida e determinata»

Ben presto però Antonia conquistò il team inglese. «È una ragazza valida, molto tenace e determinata» ebbe a dirne alla Gazzetta dello Sport sir Frank Williams che le affidò la responsabilità del dipartimento aerodinamico del team. Fu la sua fantasia a partorire l’idea innovativa del «muso a tricheco» della FW26. In sintesi: attacchi delle sospensioni sporgenti dalla scocca, per avere un maggiore passaggio d’aria nella parte inferiore. Un bolide non bellissimo esteticamente, ma con sano pragmatismo l’ingegnera sostenne di non preoccuparsi «per l’impatto estetico. Per me una macchina è bella quando funziona., quando ha una sua logica costruttiva e offre buone prestazioni».
Dopo l’esperienza in Formula 1 l’ingegnera si dedica alla ricerca. Dal paddock raccontano che volesse tornare a Maranello, ma alla «rossa» non le perdonarono il divorzio e non ci fu niente da fare. Dopo una breve collaborazione con Dallara, sempre nella «Motor valley» emiliana, aveva insegnato all’università di Delft, in Olanda. Materia: ingegneria aerospaziale. «Ho seguito le orme di mio padre, ingegnere e durante gli studi ho cominciato a conoscere i fluidi, l’aerodinamica, la simulazione al computer... Materie che mi sono piaciute tanto» raccontò ancora alla Gazzetta.

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La Williams FW26 con il muso «a tricheco»

Il «Superbus» ad «ali di gabbiano»

Sempre in Olanda, aveva collaborato alla progettazione del «Superbus», mezzo in fibra di carbonio con 23 posti e apertura delle porte ad «ali di gabbiano» capace di sfrecciare a oltre 250 chilometri all’ora. Di recente Antonia — una sorella, Federica, che lavora a Bruxelles — aveva ricevuto l’incarico per diventare docente universitario a Canberra, in Australia, alla facoltà di Ingegneria e Informatica.
Dall’Inghilterra — che considerava «casa mia» — sono partite ora le pratiche per riportarla in Italia. Solo al termine di tutto l’iter sarà possibile svolgere le esequie — nota ancora la Gazzetta di Modena nel pezzo a firma Francesco Dondi — nella sua San Felice dove abitano il papà Mario e la mamma Giusy, vice preside del liceo «Morandi» di Finale dove insegnava matematica. E adesso, le «motor valley» del Modenese e dell’Oxfordshire sono in lacrime.

1 novembre 2021 (modifica il 1 novembre 2021 | 15:43)