Brescia, addio ad Azeglio Vicini: ai funerali del ct di Italia ‘90 l’omaggio dei suoi campioni

  • A dargli l’ultimo saluto, c’erano tutti i «suoi» campioni. Paolo Maldini, Giuseppe Bergomi, Riccardo Ferri, Franco Baresi, Aldo Serena e Stefano Tacconi su tutti. Le leggende di quella Nazionale, che fece sognare un intero Paese con i mondiali di Italia ‘90, erano riunite nel Duomo di Brescia per i funerali di Azeglio Vicini. L’ex ct della Nazionale, cavaliere delle notti magiche, è morto martedì sera a 84 anni. Nato a Cesena e cresciuto a Cesenatico, era approdato a Brescia nel 1963 per concludere la sua carriera di calciatore. Vicini, gentiluomo nella vita e sul campo, era un mediano: in una carriera durata 12 anni seppe vincere (due promozioni con il Vicenza e il Brescia) senza picchiare: non fu mai espulso e quella signorilità l’ha portata in panchina. Dopo l’esperienza da calciatore con le maglie di Vicenza, Sampdoria (7 campionati in A) e Brescia, Vicini inizia a allenare proprio il club lombardo nel 1967-68. La stagione termina con una retrocessione e Azeglio approda in Federazione: scala le gerarchie allenando prima l’Under 23, poi l’Under 21 e quindi, nel 1986, prende il posto di Enzo Bearzot sulla panchina della Nazionale maggiore. E’ stato il padre della generazione d’oro del calcio italiano, che nel 1990 vinse tre coppe europee: nella sua Italia c’era il Milan di Maldini, Baresi e Ancelotti, la Sampdoria di Vialli, Mancini e Vierchowod, il Napoli di Ferrara e De Napoli. E poi ancora, l’Inter di Zenga, Berti e Bergomi, la Roma di Giannini, la Fiorentina di Baggio, la Juve di Tacconi e Totò Schillaci, uomo simbolo dei mondiali casalinghi. La sua carriera con la Nazionale inizia con gli Europei del 1988, dove si ferma in semifinale sconfitto dall’Urss. Tutti lo ricordano per i mondiali di Italia 90: la Nazionale, dopo una cavalcata da sogno (tre vittorie su tre nel girone con Austria, Stati Uniti e Cecoslovacchia, poi Uruguay e Irlanda stese rispettivamente agli ottavi e ai quarti), si arrende in semifinale ai rigori contro l’Argentina. I tempi regolamentari finiscono 1-1, dagli undici metri sbagliano Donadoni e Serena. I suoi ragazzi arrivano terzi battendo l’Inghilterra 2-1 nella finalina di consolazione grazie alle reti di Baggio e Schillaci, capocannoniere della manifestazione con sei centri. Dopo aver fallito la qualificazione agli Europei del 1992, viene sostituito in panchina da Arrigo Sacchi. Vicini non è stato solo un ottimo ct: piaceva a tutti per la sua umanità. A Brescia, dove ha vissuto 50 anni, è stato solo Azeglio, amico per tanti e signore per tutti. (Nella foto Morgano/LaPresse: Baresi, Eranio, Serena, Giannini, Ferri, Tacconi, Bergomi e, dietro di loro, una delegazione del Brescia Calcio)

  • I funerali si sono svolti alle 16.30 di giovedì nel Duomo di Brescia. Venerdì alle 14.30 nella chiesa di San Giacomo sul porto canale a Cesenatico (la stessa dei funerali di Marco Pantani) sarà celebrata una cerimonia per Azeglio Vicini, prima di tumulare il feretro nella tomba di famiglia, a pochi passi da quella del Pirata. Oltre ai campioni di Italia ‘90, per l'ultimo saluto a Vicini è arrivato a Brescia anche Stefano Eranio, lanciato dal ct nella sventurata fase di qualificazione all’Europeo 1992. La «sua» Brescia non poteva mancare: Dario Hubner, indimenticato campione delle rondinelle dell’era Mazzone, era presente in Duomo. Tra i banchi anche molte delle rondinelle di oggi: Andrea Caracciolo, Gastaldello, Somma e Bisoli. Altri volti noti, Damiano Tommasi (presidente dell’Associazione Calciatori), Renzo Ulivieri (Presidente Allenatori) e Abete (ex numero uno della Figc). Presente in prima fila il sindaco di Brescia, Emilio Del Bono. (Nella foto Morgano/LaPresse, Paolo Maldini)

  • Tantissimi i messaggi di cordoglio giunti da sportivi e non. Tutti i club hanno ricordato l’ex ct della Nazionale, lo stesso hanno fatto la Figc e tutti i massimi organi dello sport italiano. Spiccano i messaggi dei suoi campioni, su tutti quello di Totò Schillaci: «Non ebbe paura delle gerarchie e mi lanciò senza dirmi troppe parole. Un amicone, non era ossessionato dagli schemi. A lui devo tutto». Per Giuseppe Bergomi: «Vicini era un uomo d’altri tempi». Si aggiunge Zenga: «Azeglio Vicini è stato un grande, ma non solo per quello che ha fatto come allenatore ma soprattutto come uomo. Ha cresciuto degli uomini e se ognuno di noi è riuscito a fare qualcosa di importante, lo dobbiamo a lui. Ero veramente affezionato e mi mancherà». Anche Altobelli, bresciano acquisito, ricorda Vicini: «Ha dato lustro alla nostra città e alla nostra squadra» (Nella foto Morgano/LaPresse, Giuseppe Bergomi)

  • Nella foto Morgano/LaPresse, Damiano Tommasi

  • Morgano/LaPresse

  • Al centro, la moglie Ines (Morgano/LaPresse)

  • «Molti certamente avranno riconosciuto in questi tratti evidenziati nella parola di Dio, lo stile ed il valore umano che ha caratterizzato la vita di Azeglio. L’essere stato un uomo, un giocatore, un allenatore, un dirigente all’interno del mondo sportivo trova la sintesi perfetta nell’essere stato maestro di vita». È un passaggio dell’omelia di monsignor Claudio Paganini, delegato vescovile degli sportivi di Brescia, nel corso dei funerali dell’ex ct. Monsignor Paganini, nel Duomo di Brescia gremito, ha definito Vicini «uno degli ultimi, forse dei pochi fra tanti, maestri veri». «Venne a Brescia da giocatore e da qui iniziò la sua carriera di allenatore e dirigente - ha proseguito il sacerdote -. L’allenatore, non è un moderno mago Merlino che possiede pozioni magiche per la vittoria. È piuttosto un educatore che accompagna come padre quei giovani a lui affidati per coltivarne ed ampliarne la ricchezza umana e sportiva. Prima viene l’uomo, educato nella mente e nel corpo, poi viene il giocatore frutto maturo di un percorso di vita. I consigli su come stare nel campo da gioco sono la conseguenza di come essere uomini veri, sportivi perché testimoni di un modello di vita e di presenza sociale». (Morgano/LaPresse)

  • La moglie Ines con monsignor Paganini (Morgano/Lapresse)

  • Stefano Tacconi con Brighenti, storico vice di Vicini (Morgano/LaPresse)

  • Dario Hubner, doppio ex di Brescia e Cesena (Morgano/LaPresse)

  • Nella foto Morgano/LaPresse, Paolo Maldini

  • Franco Baresi e Riccardo Ferri (Morgano/LaPresse)

  • Stefano Tacconi con Brighenti, storico vice di Vicini (Morgano/LaPresse)

  • Idris e Marino Bartoletti (Morgano/LaPresse)

  • Tommasi (Morgano/LaPresse)

  • Bergomi (Ansa)

  • Franco Baresi (Ansa)

  • Hubner (Ansa)

  • Tacconi (Ansa)

  • I campioni di Italia ‘90 e, dietro, Caracciolo e la delegazione del Brescia Calcio (Ansa)

  • Morgano/LaPresse

  • Giancarlo Abete, ex presidente della Figc (Morgano/LaPresse)

  • Morgano/LaPresse

  • Morgano/LaPresse

  • Morgano/LaPresse

  • Morgano/LaPresse

  • Morgano/LaPresse

  • Morgano/LaPresse

  • Morgano/LaPresse

  • Vicini e la sua Nazionale dopo la vittoria con l’Inghilterra

  • (Nella foto Roberto Mancini e Vicini)

  • Azeglio Vicini con la moglie al mare, Cesenatico, 3 agosto 1986

  • Con Carlo Ancelotti

  • Azeglio Vicini trascorre le feste natalizie nella sua casa di Brescia con moglie e figli, 21 dicembre 1986.

  • Vicini e Baresi

  • Vicini durante la presentazione del suo libro «Una vita in azzurro», Brescia, 2016

  • Vicini durante la presentazione del suo libro

  • Morgano/LaPresse

  • Morgano/LaPresse

  • Morgano/LaPresse

  • Morgano/LaPresse

  • Morgano/LaPresse

  • Morgano/LaPresse

  • Morgano/LaPresse

  • Morgano/LaPresse

  • Morgano/LaPresse

  • Morgano/LaPresse

  • Morgano/LaPresse

  • Morgano/LaPresse

  • Morgano/LaPresse

  • Morgano/LaPresse

  • Morgano/LaPresse

  • Morgano/LaPresse

  • Morgano/LaPresse

  • Ansa

  • Ansa

  • Ansa

  • Ansa

  • Ansa

  • Ansa

  • Ansa

  • Ansa

  • Ansa

  • Ansa

  • Ansa

  • Ansa