13 maggio 2021 - 18:54

È morto Spencer Silver, l’inventore dell’adesivo dei Post-it

Il chimico aveva 80 anni. Ha ottenuto 37 brevetti e vinto diversi premi, compreso l’American Chemical Society Award for Creative Invention nel 1998. Dal 2010 era nella National Inventors Hall of Fame.

di Alessio Ribaudo

È morto Spencer Silver, l'inventore dell'adesivo dei Post-it
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Poteva essere la storia di uno dei tanti esperimenti, condotti da una multinazionale, andati a male. Invece si è trasformato, in breve tempo, in uno dei successi mondiali destinati a rimanere nella storia ma di cui il grande pubblico sconosce il nome e il volto dell’inventore. Il Post-it è nato proprio così. Nel 1968 il chimico Spencer Silver, morto l’8 maggio a 80 anni, stava sperimentando nei laboratori della 3M a una nuova «super» colla per la costruzione di componenti di aerei. Al momento dei test finali, però, scoprì che il prodotto finale consentiva di aderire a tutte le superfici ma era «gentile»: in buona sostanza gli oggetti che venivano incollati potevano essere staccati e poi riposizionati. Lì per lì, Silver e l’azienda decisero di ragionare meglio sull’utilizzo di quella strana formula che aveva la forma di sfere trasparenti e il risultato finale era che era sì resistente ma leggera.

Il Post it

Silver invece di disperarsi ripose nel cassetto la sua scoperta in attesa di capire quale potesse essere l’utilizzo della sua invenzione e pare avesse scritto nella cartelletta: «in attesa di soluzione per un problema da risolvere». Così nel 1972 lo brevettò con il nome di microsfere di copolimero di acrilato. «Sentivo che il mio adesivo era così ovviamente unico che ho iniziato a tenere seminari in tutta 3M — raccontò al Financial Times nel 2010 — nella speranza di suscitare un’idea per il suo utilizzo tra gli sviluppatori dei prodotti». La leggenda narra che un ingegnere chimico della divisione nastri, tal Art Fry, fosse nel tempo libero un cantore del coro della North Presbiterian Church di North St. Paul, nel Minnesota. Aveva spesso problemi di concentrazione perché i segnalibri degli spartiti da eseguire cadevano mentre li sfogliava e si innervosiva. Da qui il colpo di genio. Si ricordò della colla di Silver e chiese di applicarla su piccoli fogli anche perché quell’adesivo non li rovinava. Così nacque uno dei prodotti più trasversali e utilizzati cnel mondo: dagli studenti alle massaie passando praticamente per la maggior parte dei lavoratori di tutto il mondo. A contribuire al successo fu anche il cambio del nome: nel 1974 fu chiamato «Press n Peel memo pad» e arrivò sul mercato — dopo titubanze — nel 1977 ma decollò a partire dal 1980 quando fu ribattezzato Post-it Note. Un successo enorme. Si stima che oggi ci siano diverse centinaia di prodotti basati sul Post it, oltre una ventina di forme e una sessantina di colori. Sono persino stati utilizzati da artisti per alcune installazioni che sono state esposte in musei del calibro del Moma di New York.

Chi era

All’azienda statunitense, la scoperta ha fruttato miliardi di milioni di dollari all’azienda che, nel 1930, aveva inventato lo scotch ed ecco perché ha rendere omaggio a Spencer Silver. Era nato il 6 febbraio 1941 a San Antonio figlio di un contabile e di una segretaria. Si era laureato in chimica in Arizona nel 1962 e dopo il dottorato di ricerca si sposò con Linda. Lascia una figlia (un’altra figlia, Allison Anderson, è morta nel 2017) e due nipoti. La famiglia ha fatto sapere che è morto per tachicardia ventricolare. Spencer aveva subito un trapianto di cuore 27 anni fa. Il chimico nella sua vita ottenne 37 brevetti e vinse diversi premi compreso, nel 1988, l’American Chemical Society Award for Creative Invention. Tanto che nel 2010 è stato inserito nella National Inventors Hall of Fame. Di certo, la scoperta dell’adesivo dei famosi foglietti rimovibili è la sua più celebre e addirittura il Massachusetts Institute of Technology (Mit) gli dedicò una ricerca per capire perché fosse tanto intramontabile da essere replicata anche nell’era moderna su pc, tablet e smartphone. Dalla ricerca emerse che fanno leva sulla facilità con cui il cervello ricorda dove si trovano gli oggetti in un mondo tridimensionale. In buona sostanza consentono di trovare celermente le informazioni che si cercano e sono identificabili all’occhio. Ecco perché molti dipendenti appiccicano su potenti computer quei foglietti colorati per ricordarsi appuntamenti o cose da fare.

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