3 agosto 2020 - 19:07

Spagna addio, l’esilio di Juan Carlos

La decisione dell’ex re dopo le inchieste che lo vedono indagato per frode fiscale e riciclaggio. L’annuncio in una lettera consegnata al figlio

di Elisabetta Rosaspina

Spagna addio, l'esilio di  Juan Carlos
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«Maestà, caro Felipe» comincia così la lettera con la quale il re emerito Juan Carlos I di Spagna ha comunicato al figlio, il re in carica Felipe VI, la sua decisione di abbandonare il Paese. La conclusione era nell’aria dopo lo stillicidio di notizie, indiscrezioni, scoop giornalistici che negli ultimi mesi ha aggravato sempre più la posizione di Juan Carlos di Borbone davanti all’opinione pubblica e davanti alla giustizia.

Lo scandalo dei fondi neri depositati in paradisi fiscali, più ancora della sua lunga e travagliata relazione extraconiugale con Corinna Larsen, 56 anni, ex moglie del principe tedesco Johann zu Sayn-Wittgenstein, ha devastato la sua immagine, diviso il governo rosso-viola di Pedro Sánchez (Psoe e Podemos) sull’opportunità di una commissione parlamentare d’inchiesta e messo in moto la Corte suprema sul possibile, altolocato caso di frode fiscale e riciclaggio.

La missiva al figlio, resa pubblica ieri dalla Casa Reale, introduce l’epilogo più doloroso: l’esilio spontaneo. «Con lo stesso spirito di servizio verso la Spagna che ha ispirato il mio regno — scrive il monarca 82enne — e di fronte alla ripercussione pubblica che stanno generando certi fatti del passato della mia vita privata, desidero manifestarti la mia più assoluta disponibilità per contribuire a facilitare l’esercizio delle tue funzioni, nella tranquillità e nella quiete che richiede la tua alta responsabilità. Il mio retaggio e la mia propria dignità come persona me lo impongono». Un breve preambolo per formalizzare «la mia meditata decisione di trasferirmi, in questi momenti, fuori dalla Spagna». Non è ancora noto quale sia la destinazione, da qualche tempo si vocifera che possa essere la Repubblica Dominicana. Né si sa se il re sia già partito.

Nato a Roma nel 1938, mentre in Spagna infuriava la guerra civile, Juan Carlos è vissuto in Svizzera prima che Francisco Franco lo invitasse a proseguire gli studi in Spagna, in vista del ritorno della monarchia: «Sono stato il re di Spagna per quasi quarant’anni — ricorda Juan Carlos al figlio — e in tutto questo tempo ho sempre desiderato il meglio per la Spagna e per la Corona».

Felipe VI non ha cercato di trattenerlo. Il palazzo fa sapere che «Sua Maestà il re ha trasmesso a Sua Maestà il re don Juan Carlos i sensi della sua stima e della sua gratitudine di fronte alla sua decisione». Non c’era altra scelta. Ufficialmente a riposo da un anno, dopo la sua abdicazione nel 2014, il re emerito è finito nei guai quando la procura di Ginevra ha cominciato a indagare sui movimenti di un centinaio di milioni di dollari, versati nell’agosto 2008 dalla casa reale saudita sul conto svizzero di una fondazione, la «Lucum», con sede a Panama. E di cui Juan Carlos era beneficiario.

Il sospetto è che fosse una tangente per la ferrovia ad alta velocità costruita da un consorzio di ditte spagnole tra La Medina e La Mecca. Ma le azioni di Juan Carlos prima dell’abdicazione sono protette da immunità. Non così le operazioni finanziarie successive. Nel 2012, la «Lucum» si è sciolta e 65 milioni di dollari sono finiti su un conto di Corinna Larsen, alle Bahamas. Un altro conto nel Liechtenstein, a nome della fondazione «Zagatka», intestata ad Alvaro d’Orléans, cugino di Juan Carlos, vedeva tra gli inconsapevoli beneficiari lo stesso Felipe VI che, quando ne è stato informato dai legali di Corinna, ha rinunciato all’eredità del padre e gli ha cancellato il vitalizio. Da allora Juan Carlos si è ritirato nell’ombra, alla Zarzuela, la sua casa da 58 anni. Quella da cui uscirà, o è già uscito, stanco e biasimato, diretto forse oltreoceano, nei Caraibi.

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