Milano, 19 maggio 2017 - 18:06

Twin Peaks, i misteri della fiction e quelli veri nel nord-ovest degli Usa

Torna in tv il serial che negli anni ‘90 appassionò milioni di telespettatori e c’è chi ricorda che «il mistero del corpo di Laura Palmer» non è l’unico registrato in quella zona degli Stati Uniti dove sono tanti gli omicidi registrati e le persone scomparse

Le Snoqualmie Falls teatro di alcune scene della serie tv (Reuters) Le Snoqualmie Falls teatro di alcune scene della serie tv (Reuters)
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Torna in tv a più di venticinque anni dalla prima messa in onda e torna a incuriosire i milioni di telespettatori che già nel 1990 avevano seguito con ansia le vicende della cittadina nel nord ovest degli Stati Uniti: altri 18 episodi di Twin Peaks e il suo tormentone («Chi ha ucciso Laura Palmer?») animeranno la terza edizione - un sequel della serie originale - firmata ancora da David Lynch e Mark Frost.

Gli omicidi misteriosi

E il ritorno in tv della fiction riapre misteri anche nella realtà. La cittadina di Twin Peaks, dove è ambientata la serie, non esiste. Ma la storia è ambientata nella campagna poco fuori Seattle, in una zona degli Usa ricca di foreste e dove il clima, è spesso nebbioso e cupo. Nelle cronache cittadine di questo ambiente, a Snoqualmie, North Bend e Fall City, tre cittadine nella Contea di King, sono stati segnalati - nella realtà - corpi senza vita e casi di omicidi rimasti irrisolti.

Laura Palmer e gli altri

Lo racconta il The Guardian che ricorda alcuni di questi casi e li riporta di attualità a poche ore dalla messa in onda della terza edizione della fiction. «Il corpo di Laura Palmer non è stato il primo a essere scoperto nella regione e certamente non sarà l’ultimo» riferisce il quotidiano britannico che ricorda come la zona di Snoqualmie sia particolarmente frequentata da escursionisti, sia in inverno che in estate, e spesso alcuni scompaiano tanto che non è infrequente che i boschi restituiscano resti umani.

I casi di cronaca

I casi saliti all’onore delle cronache sono tanti, ma il quotidiano britannico ne cita solo alcuni Come quello di Dayva Cross che nel marzo 1999 pugnalò la moglie e le due figlie adottive nel loro ranch. Poi tenne sequestrata la figlia 13enne per giorni, chiusa in camera da letto, trascinandola fuori solo saltuariamente. In una di quelle occasioni , la ragazza riuscì a fuggire e a dare l’allarme. Una vicenda che aveva esarcebato gli animi della popolazione della zona: pochi giorni prima che venissero alla luce gli omicidi commessi da Cross, un cane aveva riportato alla sua famiglia parte di una mano umana che la polizia indicò poi essere resti di una donna.
Due anni dopo, un altro caso, quello di Gary Leon Ridgway. arrestato nel 2001, è considerato un serial killer: è ritenuto il responsabile di una settantina di omicidi commessi tra il 1982 e il 1998. L’uomo, che di mestiere verniciava camion, uccideva donne ai margini della società poi nascondeva i corpi, gettandoli nel fiume dello Utah o seppellendo le vittime tra le cittadine di Snoqualmie e North Bend, due delle cittadine dove si sono svolte le riprese della serie tv. Una verità dunque, che può essere anche più spaventosa della finzione televisiva.

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