9 agosto 2020 - 20:44

«La mia Vedova al forte in memoria di Franca Valeri»

Lella Costa mercoledì porterà in scena a Fenestrelle lo spettacolo sulla moglie di Socrate scritto dalla grande attrice: «Spero di trovare le parole per ricordarla»

di Sara Bettoni e Giorgia Mecca

«La mia Vedova al forte in memoria di Franca Valeri»
shadow

«Spero di trovare le parole per ricordarla». Franca Valeri, scomparsa ieri a cento anni appena compiuti, è stata capostipite e maestra, un modello da seguire per le bambine degli anni Cinquanta che sognavano di diventare attrici comiche. «Una pietra miliare. Ci ha aperto la strada come meglio non si poteva». Sketch, sceneggiature, commedie, monologhi in radio, libri, cinema e teatro, opere liriche, la Sora Cecioni, quell’inconfondibile cretinetti rivolto ad Alberto Sordi ne Il Vedovo diventato leggenda ed entrato nel lessico di tutti grazie a lei, Luci del varietà e diari della signorina snob. Da Federico Fellini a Carlo Verdone, passando per Dino Risi, Mario Monicelli, Alberto Sordi, Eduardo de Filippo: più di cinquant’anni di carriera e del miglior varietà che sia mai stato prodotto nel nostro Paese. «Mi sembra riduttivo confinarla nell’ambito del femminile. La sua grande lezione è stata far raccontare il mondo a partire dal punto di vista femminile».

Lella Costa sente «responsabilità ed emozione» a interpretare il personaggio creato dalla grande drammaturga. Mercoledì alle 21, infatti, al Forte di Fenestrelle salirà sul palco per interpretare La vedova Socrate, uno spettacolo che Valeri ha scritto nel 2003 e ha chiesto all’attrice milanese di riportare in scena, come se fosse una specie di passaggio di testimone. Sarà la prima messa in scena in assoluto di un testo di Franca Valeri senza Franca Valeri. «Per ricordarla, alla fine con il pubblico le manderemo un pensiero di affetto sobrio. Detestava ogni tipo di retorica».

Sarà quindi il palco a parlare, le sue parole, i monologhi, i suoi personaggi. Santippe, per esempio, la protagonista della commedia, a cui la grande drammaturga milanese ha tolto di dosso l’appellativo di bisbetica insopportabile per trasformarla in una donna come tante, la moglie di un grande filosofo che del grande filosofo vede anche i numerosi difetti. «La morte di un marito è un così grande dolore che nessuna donna ci rinuncerebbe». Caustica, ironica, mai banale, femminista prima che diventasse di moda, senza rivendicazioni di facciata ma soltanto con buon senso e professionalità e fatica, Valeri, e quindi Santippe. E quindi mercoledì Lella Costa alza il sipario sulla storia dei matrimoni e delle relazioni di tutti noi, gli insopportabili amici dei mariti (nel caso di Socrate, Aristofane e Platone, il peggiore di tutti), la vita quotidiana monotona, sfoghi e litigate e la necessità di accettare l’uomo che si è sposato così com’è, da vivo o da morto. «La voce delle donne è spesso ancora mancante», sottolinea Lella Costa che in questo spettacolo gliela restituisce.

La vedova Socrate, che fa parte del calendario del Festival Teatro & Letteratura 2020, la rassegna di Tangram Teatro, il 14 agosto si sposterà alla Reggia di Venaria, nel Gran Parterre Juvarriano, per la rassegna estiva organizzata da Piemonte dal vivo (i biglietti sono disponibili consultando il sito www.tangramteatro.it per l’evento di mercoledì sera, www.piemontedalvivo.it per quello del 14 agosto a Venaria). E non c’è un modo migliore per ricordarla se non continuando a interpretare i suoi personaggi, a non dimenticare la sua ironia brillante. Attraverso il teatro, il suo teatro e le sue commedie, che le dispiaceva non poter più recitare perché, come diceva spesso negli ultimi anni, «vorrei ancora ripagare l’affetto della gente continuando a lavorare». Gli spettacoli di Franca Valeri continuano ad andare in scena.

© RIPRODUZIONE RISERVATA