Milano, 18 maggio 2017 - 09:48

Morto Chris Cornell dei Soundgarden: «Suicidio». Addio a una delle più grandi voci del rock

Frontman dei Soundgarden, e poi negli Audioslave, aveva 52 anni.
Una morte «improvvisa e inaspettata» dopo l’ultimo concerto a Detroit, è stato trovato senza vita nel bagno dell'albergo con un nastro intorno al collo

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È stata una delle voci più importanti degli ultimi venticinque anni, decisiva per forgiare definitivamente il suono e l’identità del grunge: Chris Cornell, grandissimo frontman dei Soundgarden ( e poi, in misura minore, degli Audioslave) è morto a Detroit. All’improvviso e inaspettatamente, secondo quanto riferiscono fonti vicinissime al cantante che sarebbe stato trovato riverso nel bagno nell’albergo in cui si trovava con «un nastro intorno al collo». Il suicidio è stato confermato dal medico legale. Solo mercoledì sera si era esibito coi Soundgarden, con cui si era rimesso da qualche anno, nella città del Michigan.

Una lunga scia nera

Aveva solo 52 anni, Chris, e si aggiunge a una lunga scia nera che accompagna il genere: Kurt Cobain, certo, morto a soli 27 anni; ma anche Layne Staley degli Alice in Chains o, più recentemente, Scott Weiland degli Stone Temple Pilots. Anche se, a dire il vero, dopo gli anni vissuti pericolosamente in gioventù, non si conoscevano più dipendenze o altri cliché da rocker maledetto ora che aveva raggiunto quella che la gente comune chiama mezz’età. Da giovane però non si era dedicato solo agli stravizi perché, del grunge, insieme a Kurt coi Nirvana e Eddie Vedder coi Pearl Jam, Cornell fu coi Soundgarden uno dei tre lati del triangolo magico che all’inizio degli anni’90, partì da Seattle (dove Chris era nato, da famiglia piuttosto problematica) per conquistare il mondo. Il lato sicuramente più rumoroso, più «musicista» nel senso della bravura tecnica dei quattro, con la sua voce straordinarissima e la perizia del chitarrista Kim Thayil. E il sound derivato direttamente e senza filtri dal rock migliore degli anni’70, i Led Zeppelin o gli MC5.

L’esplosione definitiva

Dopo le prove seminali degli anni’80, Chris e gli altri esplosero, come tutti, nel fatidico 1991, quando uscì «Badmotorfinger» con «Outshined» o «Rusty Cage», manifesti d’intenti in pratica, dove Cornell sembra arrivare al cielo con i suoi acuti devastanti, mentre Thayil spacca l’aria a fette con la sua chitarra. Anche se il lancio definitivo nell’orbita mondiale, giungerà tre anni dopo con «Superunknown»: Black Hole Sun, con l’annesso video surreale e nero diventa la «canzone» per eccellenza della band che inizia a girare vorticosamente per il pianeta con tour estenuanti e infiniti. Alla fine, si stanca Chris e inizia a litigare con Thayil: vuole percorrere altre strade, più pop e più elettroniche, mentre l’altro rimane legato alle sonorità più dure e ortodosse . E dopo «Down on The Upside», molla. Sin dal primo album solista «Euphoria Morning» s’intravede la nuova linea che si consoliderà definitivamente, leggera e danzereccia, con le prove alla fine degli anni’ Zero, vedi «Scream». Addio alla proverbiale zazzera, capello corto e vestito alla moda, Cornell arriverà a dire «Il rock è morto, meglio la disco» in un’intervista del 2009: una svolta che molti fan non gli perdoneranno

Il ritorno

In mezzo ci sono gli Audioslave, supergruppo con Tom Morello, reduce dei Rage Against The Machine, lasciati dopo tre album senza troppi rimpianti e delle bellissime versioni di classici altrui (vedi la Jacksoniana «Billie Jean», trasfigurata fino a sembrare altra). Ma, alla fine, Chris, alla morte del rock non crederà troppo nemmeno lui. E tornerà a suonare con gli amici di gioventù: i Soundgarden degli ultimi anni però, per forza di cose, non riusciranno più a ritornare al centro della scena, un po’ slegati tra di loro (vedi concerto visto a Rho nel 2012) e incapaci di trovare nuovi brani da hit parade. Ma semmai avranno il compito di celebrare e traghettare alle nuove generazioni quella che è stata l’ultima, vera, rivoluzione del rock’n’roll, il grunge. Operazione che Cornell porterà avanti fino alla sera prima della sua scomparsa. Perché, senza la voce ultraterrena di Chris, il triangolo magico di cui sopra non si sarebbe mai materializzato.

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