Milano, 19 marzo 2017 - 08:46

Mentre Xi e Tillerson parlano
Kim fa provare un nuovo ordigno

Parole cordiali in pubblico tra il presidente cinese e l'inviato americano. Ma sulla Nord Corea le posizioni restano molto distanti

Il presidente cinese  Xi (a destra) con il segretario di Stato Usa  Rex Tillerson Il presidente cinese Xi (a destra) con il segretario di Stato Usa Rex Tillerson
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Xi Jinping incontra il segretario di Stato americano Rex Tillerson e accenna a una «nuova era» nei rapporti Cina-Stati Uniti. Il nordcoreano Kim Jong-un, ovviamente non invitato a Pechino, non vuole far mancare la sua voce: «Oggi per l’industria missilistica è una nuova nascita, presto il mondo intero sarà testimone del significato di questa grande vittoria che celebriamo». La vittoria è il test, al suolo, di un nuovo motore per missile, secondo i nordcoreani molto più potente, «ad alta spinta», un nuovo passo verso quell’ordigno intercontinentale dotato di testata nucleare che potrà colpire le città americane.



Lo schiaffo di Kim

Mentre Pyongyang lanciava il suo annuncio bellicoso, Xi e Tillerson erano seduti faccia a faccia nella Grande Sala del Popolo di Pechino. Nei cinque minuti iniziali aperti alla stampa hanno dichiarato tra i sorrisi che le relazioni sino-americane «possono solo essere amichevoli». Tillerson ha anche usato la frase «win win», vittoria per entrambi, che piace immensamente ai cinesi, abituati a pronunciarla in ogni discorso strategico. Xi ha parlato di «nuova era» possibile. Parole amichevoli in pubblico. Quello che si sono detti dopo, a porte chiuse, non può essere stato altrettanto cordiale.

I no dell’America

Perché: 1)Sulla Nord Corea, Pechino ha chiesto agli americani di riprendere il negoziato e Washington ha risposto che con «l'irrazionale Kim» non si può parlare. 2) Pechino ha suggerito una doppia sospensione delle grandi manovre militari tra americani e sudcoreani e contemporaneo stop ai test missilistici del Nord e Washington ha risposto di no, affermando che l’opzione militare è sul tavolo. 3) Pechino è furiosa per il dispiegamento del sistema Thaad antimissile a Sud di Seul e per questo sta punendo con un embargo non dichiarato la Sud Corea. E il Thaad intanto viene montato, con i suoi radar con portata da 2 mila km che scrutano anche i cieli sopra la Cina.

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Il no di Pechino

Washington insiste perché Pechino faccia di più per fermare i nordcoreani, ammesso che possa. Ma comunque la Cina non vuole per non far cadere il regime di Kim, inaffidabile ma utile a tenere gli americani a Sud del 38° parallelo e non alla propria frontiera lungo il fiume Yalu. Saranno questi i temi del vertice tra Trump e Xi ipotizzato per aprile. Si vedrà sei i due presidenti saranno davvero disposti a venirsi incontro e trovare un compromesso, al di là dell'affermazione di voler collaborare.

I lavori nel tunner nucleare

Sempre che prima non succeda qualcosa di più grave, come un nuovo test nucleare nordcoreano. I satelliti spia americani segnalano da settimane attività nel poligono nucleare sotterraneo in Nord Corea: i tecnici scavano la galleria per l’esplosione. Già il test a terra di un motore per missile di grande potenza è stato uno schiaffo in faccia a Xi Jinping e un’ulteriore sfida all’opzione militare di Washington.

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