È morto a 86 anni, nella sua Ferrara, il giornalista d’inchiesta, poeta e scrittore Gian Pietro Testa. Testa è stato cronista per diversi quotidiani nazionali tra cui Il Giorno, l’Unità, Paese Sera e tra i fondatori del settimanale «Avvenimenti». Non solo, è stato anche direttore del quotidiano napoletano «Senzaprezzo» e della rete televisiva «NTV» a Bologna.
Ha lavorato su alcune delle vicende più oscure del nostro Paese. Alla fine degli anni ‘60 e negli anni ‘70, scrivendo di cronaca nera e terrorismo, si è occupato dei casi di Piazza Fontana - fu il primo giornalista a entrare nella sede della Banca dell’Agricoltura il 12 dicembre del 1969 - e della strage di Bologna. Terminata l’attività di cronista ha poi insegnato alla scuola di giornalismo di Bologna e al Carid dell’Università di Ferrara e, dal 1985 al 1992, è stato capo ufficio stampa del Comune di Ferrara.
Ferrara, scrive il sindaco Alan Fabbri «piange un suo figlio, colto, appassionato e poliedrico ricercatore di verità, attraverso le arti della scrittura e della pittura. La morte di Gian Pietro Testa ci addolora profondamente, nel ricordo di un autore che ha raccontato con profondità di conoscenza, e amore per la ricerca, pagine drammatiche della storia italiana».
Testa è stato uno scrittore fecondo. Nel 1976 pubblicò «La strage di Peteano», libro inchiesta sull’attentato in cui persero la vita, nel 1972, tre carabinieri. Ai fatti del 2 agosto 1980 alla stazione di Bologna ha invece dedicato «Antologia per una Strage», raccolta di 84 poesie, una per ogni vittima. Sulla strage di Bologna ha scritto anche «Terrorismo: la strategia che viene dall’alto» a cura dell’Associazione dei familiari delle vittime.
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