Addio a Cecilia Manginiprima italiana a fare documentari

diDario Fasano

Aveva 93 anni. Tra le sue opere «All’Armi Siam Fascisti!» e «Essere Donne».
Pioniera del film documentario, bersaglio della censura, amava la sua terra

Cecilia Mangini

Cecilia Mangini

Ha raccontato mezzo secolo di storia italiana, da testimone. Cecilia Mangini, pugliese di Mola, se n’è andata in silenzio ieri a 93 anni nella sua casa romana. Ha raccontato l’Italia (e non solo), usando un obiettivo, sia esso di una macchina fotografica, o di una cinepresa.
E’ stata la prima donna che ha “osato” sedersi dietro una macchina da presa per mostrare la realtà. A influenzarla il neorealismo di De Sica e Rossellini. Ma soprattutto l’incontro con Pier Paolo Pasolini, con il quale condivise l’attenzione per gli ultimi delle borgate romane, linfa vitale per il film Ignoti della città. «Pasolini era una persona di infinita apertura – ci ha raccontato Cecilia Mangini in una intervista quasi un anno fa - era friulano, ma si comportava come un meridionale. Era pronto ad aiutare. Gli ho telefonato pensando che mi avrebbe sbattuto il telefono in faccia. Invece è stato di una assoluta disponibilità nel farmi il commento». Poi ha avuto la meglio l’interesse per la politica, coltivato con il marito Lino Micciché. All’armi siam fascisti!, fu il film del1962 che la portò alla Mostra del Cinema di Venezia e suscitò una serie di polemiche e un e un pesante intervento della censura. Essere Donne, nel ‘64, è stato uno dei primi film a documentare la condizione femminile di quegli anni. Con Fata Morgana fu premiata a Venezia.

La sua Puglia

Prima dei documentari Cecilia Mangini è stata un’abile fotografa. Con il suo sguardo attento ha raccontato il Sud e la Puglia, in un’epoca in cui le donne tenevano i fazzoletti in testa e gli occhi bassi. Alla sua regione ha dedicato parecchi lavori, da quello destinato alla madrina del suo battesimo “campagnolo” a Mola a In viaggio con Cecilia del 2014, diretto con Mariangela Barbanente. Passando per Tommaso, la storia di un ragazzo che sogna di andare a lavorare al Petrolchimico per comprarsi un motorino, Brindisi dove ha raccontato dei contadini che abbandonano la campagna per diventare operai, Essere donne, un’inchiesta commissionata dal Pci sulla condizione delle donne (filmò il lavoro delle tabaccaie nelle campagne del Salento). E un documentario sugli operai dell’Italsider e la diffusione di riviste pornografiche all’uscita dei cancelli. Legatissima alla Puglia e alla campagna dove è nata, Cecilia Mangini amava i pugliesi: persone di grande accoglienza, ospitalità, amicizia, solidarietà».
La regista non aveva paura del momento che stiamo vivendo. Le dava fastidio il non poter uscire, incontrare gli amici, “le persone”, come amava dire. «Bisogna incontrare la gente che passa per strada - diceva - vedere la società che si muove intorno a noi. Avere degli amici con i quali andare al cinema, a passeggiare, a cena insieme. Tutte queste forme di socialità ci sono state strappate. Provate a togliere la pelle a una persona. Sotto c’è il sangue. Ecco, io sono sanguinante».

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22 gennaio 2021 2021 ( modifica il 22 gennaio 2021 2021 | 15:53)