Milano, 21 maggio 2017 - 08:29

Tre aste (in 2 anni) sempre deserte Nessuno vuole l’ex aereo di Stato

Dal 2015 il ministero della Difesa non riesce a trovare un acquirente dell’Airbus A319. Ma il velivolo, vecchio, non sembra interessare. E da due anni è fermo a Ciampino

L’Airbus A319CJ parcheggiato ormai da quasi due anni L’Airbus A319CJ parcheggiato ormai da quasi due anni
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È lì, fermo all’aeroporto Roma Ciampino, dal 1° agosto 2015. E per chissà quanto tempo ancora ci resterà. Perché nessuno, ad oggi, se lo vuole comprare. Ancora peggio: nessuno si azzarda persino a presentare un’offerta. Perché, vista l’assenza di rivalità, finirebbe per diventare anche quella più interessante per il venditore. Un triste epilogo per l’Airbus A319CJ, il bireattore utilizzato per i voli istituzionali. L’aereo di Stato — sostituito dal fratellone A340 (quattro motori, preso a noleggio da Etihad) — è in vendita da mesi. Ma non interessa. Nonostante ogni volta il ministero della Difesa ne abbassi il prezzo: 26 milioni di euro di base d’asta nel 2015, 17,5 milioni nel 2016, 16,8 milioni quest’anno.

Gli interni

Consegnato il 14 settembre 2000, dipinto con la livrea bianca e la scritta «Repubblica italiana», l’A319CJ è stato utilizzato per anni nei viaggi delle più alte cariche dello Stato. Il jet ha un’apertura alare di 33,91 metri, una lunghezza di 33,8 metri e un’autonomia — «con serbatoi ausiliari» — di 8.500 chilometri. Al suo interno, fa sapere il documento ufficiale, c’è una configurazione vip: materiale realizzato da Aviointeriors, installato ad Amburgo, Germania, dagli esperti di Lufthansa Technik (che si è occupato anche del sistema di intrattenimento), l’Airbus presenta 50 sedili e cinque diverse aree: una sala conferenze, un ufficio privato, un centro comunicazione, la parte per gli ospiti e lo staff e quella per far riposare il personale di bordo.

I tentativi falliti

L’ex aereo di Stato viene messo in vendita il 23 aprile 2015. Base d’asta, «per la cessione a titolo oneroso» dell’A319? 26 milioni di euro. «Iva esente». «L’asta pubblica è andata deserta in quanto entro i termini stabiliti non è pervenuta alcuna offerta», spiega una nota del ministero della Difesa. L’esecutivo ci riprova un anno dopo. Pubblica l’avviso d’asta per il 18 maggio. Stavolta nel «pacchetto» ci sono anche i due velivoli Dassault Falcon 900EX. In quest’occasione l’Airbus ha una base più bassa: 17,5 milioni. Ma non attira. E anche questo appuntamento si conclude con zero offerte.

L’ultima asta

Passano i mesi, l’ex jet istituzionale invecchia. E più sta fermo, più il suo valore cala. Per il 6 aprile 2017 il segretariato generale della Difesa ritenta. La cifra si riduce ancora: 16,8 milioni di euro. «Il velivolo venduto sarò privato della matricola militare e degli equipaggiamenti militari», precisa l’avviso. «Sarà altresì rimossa la livrea nazionale i cui costi saranno a carico dell’aggiudicatario». Giusto per essere chiari. Sia mai un acquirente privato si mette ad andare in giro con un aereo (ancora) di Stato. Ma l’esito non cambia. Perché anche stavolta, la terza in tre anni, «non è pervenuta alcuna offerta» entro i termini stabiliti.

Il valore di mercato

Secondo gli esperti l’Airbus delle autorità italiane non interessa più di tanto. «È un modello ormai fuori mercato e soprattutto ha più di 17 anni», spiegano due analisti che lavorano per società internazionali di leasing. Non aiutano, poi, nemmeno la sua configurazione interna poco funzionale e datata — «che richiederebbe ulteriori spese per l’ammodernamento e l’installazione di nuovi sedili» —, così come il dover metter mano ai suoi sistemi tecnici. Il prezzo, infine, è un altro limite. «Secondo le quotazioni odierne — spiegano gli esperti — un A319 nuovo di zecca costerebbe 81 milioni di euro». E uno usato, come l’ex jet di Stato? «In questo caso si va da un minimo di 5,8 milioni a 31,8 milioni di euro. Per il vostro Airbus bisogna guardare verso il valore più basso, ovvio».

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