Closing Milan, tornano i dubbi:
i cinesi non avrebbero tutti i soldi

A tre giorni dalla data fissata per il closing, in una trattativa dove i colpi di scena finora non sono mancati, l’ottimismo per la chiusura dell’affare ha lasciato spazio nelle ultimissime ore a un’apprensione crescente. Ses, il consorzio cinese pronto ad acquistare il 99,9% del Milan, secondo le ultime indiscrezioni, non avrebbe raccolto tutte le risorse necessarie per completare l’operazione che segnerebbe lo storico passaggio della società rossonera da Silvio Berlusconi, dopo 31 anni di gestione, a un nuovo proprietario.

Verso una nuova proroga o Ses socio di maggioranza

Dopo aver già versato 200 milioni di caparra (la prima metà a settembre, la seconda a dicembre ottenendo una proroga fino al 3 marzo appunto) i cinesi, di cui Yonghong Li -supportato da finanziatori- è il capofila, hanno ancora 72 ore di tempo per raccogliere i 320 milioni utili per definire l’acquisto. In caso contrario Silvio Berlusconi -che lunedì ha ricevuto a pranzo ad Arcore i manager di Fininvest, Adriano Galliani e i figli- potrebbe concedere una nuova proroga ai cinesi, consentendo di fatto di rateizzare l’ultimo pagamento. Sembra al momento più complessa invece l’ipotesi che Ses entri come socio di maggioranza lasciando una quota al Cavaliere (ci sarebbe da riscrivere l’intera architettura dell’operazione). Mercoledì è in programma la prima convocazione dell’assemblea degli azionisti (che andrà deserta), venerdì alle 9.30 la seconda; sulla carta l’appuntamento per riscrivere la storia del club. Ma intanto il tempo scorre e i dubbi aumentano.