Milano, 25 luglio 2017 - 21:40

Pisapia, la rabbia dell’ex sindaco: «Mi hanno scocciato, non ne posso più degli attacchi»

«Non mi interessa stare all’opposizione per far fallire Renzi». «Io - si è sfogato con gli amici e i collaboratori - non faccio la bella statuina di Renzi ma nemmeno di D’Alema»

Giuliano Pisapia (Ansa) Giuliano Pisapia (Ansa)
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Per Giuliano Pisapia la misura è colma. L’ex sindaco di Milano non ne può più di quelli che avrebbero dovuto essere i suoi compagni di avventura politica. È stufo dei loro modi, degli atteggiamenti, ma, sopratutto, si è reso conto che una distanza siderale lo divide dagli scissionisti del Pd. «Io - si è sfogato con gli amici e i collaboratori - non faccio la bella statuina di Renzi ma nemmeno di D’Alema. Non mi faccio manovrare da nessuno. Non ne posso più di Mdp e dei loro attacchi strumentali. Basta, ora mi hanno proprio scocciato». Già, per Pisapia è «inaccettabile essere sottoposto a esami per verificare il mio tasso di anti-renzismo »: «Se pensano che passerò il tempo a giustificarmi con loro di quello che faccio o che non faccio si sbagliano di grosso», si è lamentato ieri mattina con i più stretti collaboratori dopo una telefonata alquanto tesa con Roberto Speranza.

La road map

Ma il dissenso dell’ex sindaco nei confronti degli esponenti di Mdp è ancora più ampio. Riguarda la linea politica e l’organizzazione del soggetto politico che avrebbe dovuto nascere e che a questo punto non è affatto detto che veda più la luce. «Io - ha spiegato Pisapia a più di un interlocutore - voglio ricostruire il centrosinistra non fare come loro che vogliono l’unità delle sinistre. L’obiettivo è concorrere al governo del Paese, non stare all’opposizione per far fallire Renzi». E c’è un altro aspetto che ha infastidito l’ex sindaco: Mdp ha già preparato la road map che bisognerebbe seguire per dare vita al nuovo soggetto politico. Una road map che è quanto di più lontano da quello che Pisapia immagina e desidera: «A me non interessano le tessere, non interessa fare una federazione di partiti, questa non è la mia idea, questa non è la strada che io intendo seguire».

Mdp non vuole vedere Gad lerner

Sì perché l’ex sindaco vorrebbe un soggetto più «fluido», aperto a chiunque voglia farsi coinvolgere. E invece gli scissionisti del Pd la pensano in tutt’altro modo. Hanno addirittura già deciso di fare le parlamentarie per scegliere i candidati alle elezioni politiche. Forti della loro presenza organizzata nel territorio, sono convinti che così faranno la parte del leone nella preparazione delle liste. La proposta è invece poco gradita a Pisapia perché teme che in questo modo sia impossibile candidare personalità non di partito, sprovviste di truppe cammellate. Insomma, se non è rottura poco ci manca: Pisapia non vuole incontrare Mdp, Mdp non vuole vedere Gad Lerner, reo di aver fatto dell’ironia su Massimo D’Alema. Stando a Bruno Tabacci, che lo conosce bene, l’avventura politica con gli scissionisti è già finita, ma non c’è ancora un definitivo strappo formale. L’ex sindaco vuol vedere se Mdp farà retromarcia. Se così non sarà, amen, perché, per dirla con Lerner «quelli senza Giuliano non arrivano nemmeno al 3 per cento». E Bersani ed Errani, terrorizzati da questa prospettiva, hanno tentato la carta di un incontro oggi, ma Pisapia ha fatto sapere che ha altro da fare.

L’ultrà renziano Marcucci

Nel frattempo, il Pd segue con interesse quel che avviene alla sua sinistra, ma formalmente, al di là delle dichiarazioni, non muove un passo in direzione di Pisapia. «Dobbiamo spalancargli le porte», auspica l’ultrà renziano Andrea Marcucci. E Lorenzo Guerini confida a un vecchio amico: «Una riflessione sul Senato, dove con la legge attuale sono possibili le coalizioni, si può fare». Ma al Nazareno non hanno ancora veramente deciso il da farsi. Da quelle parti c’è chi la pensa come questo politico pd di lungo corso: «L’Italia forse sta per riguadagnare un ottimo avvocato...».

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