Milano, 16 febbraio 2017 - 19:52

Consip, il padre di Renzi indagato
per traffico di influenze illecite
«La mia condotta trasparente»

Verifiche sui rapporti con l’imprenditore Alfredo Romeo

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ROMA È accusato di aver avuto il ruolo di «facilitatore» per la concessione di appalti all’imprenditore napoletano Alfredo Romeo. E di averlo fatto in concorso con Carlo Russo, amico di famiglia e titolare di alcune società a Scandicci. Per questo Tiziano Renzi, il padre dell’ex presidente del Consiglio Matteo, è indagato dalla Procura di Roma per traffico di influenze. Il procuratore aggiunto Paolo Ielo e il sostituto Mario Palazzi lo interrogheranno la prossima settimana. E gli contesteranno quanto emerso da numerosi colloqui intercettati: trattative e incontri per aggiudicarsi le commesse della Consip e in particolare la gara di Facility management del valore di 2,7 miliardi di euro bandita nel 2014. Lui conferma di aver ricevuto un avviso, ma nega ogni illecito: «La mia condotta è sempre stata trasparente».

«Colloqui fluviali»

L’inchiesta era stata avviata dalla Procura di Napoli e poi trasmessa a Roma per competenza. Nel decreto di perquisizione contro Romeo — accusato di associazione per delinquere e corruzione — eseguito dai pm partenopei la scorsa settimana si parla di «colloqui fluviali intercettati tra Romeo e il suo collaboratore Italo Bocchino (l’ex parlamentare di An, ndr) durante i quali hanno passato in rassegna e descritto con dovizia di particolari le modalità con le quali hanno approcciato e gestito svariate gare di appalto in tutta Italia facendo nomi e cognomi dei soggetti espressione della “cosa pubblica” con i quali hanno intrattenuto rapporti con le solite costanti modalità, contribuendo e provvedendo fattivamente lo stesso Bocchino a dare indicazioni a Romeo su quando e come pagare con denari e altre utilità». Tra i progetti di acquisto per «compiacere i rappresentanti della “cosa pubblica” c’era anche l’acquisto di testate giornalistiche» e in particolare il quotidiano L’Unità.

La società inglese

Poi viene citata la parte delle intercettazioni che riguarda i «facilitatori». «Con uno di loro — scrivono i pm — Romeo fa espresso riferimento alla prospettiva di stipulare fittizi contratti di consulenza, pianificando la emissione e la utilizzazione di fatture relative a prestazioni inesistenti, da utilizzare per “mascherare” il pagamento di vere e proprie tangenti erogate da Romeo per le consuete finalità, tutto ciò pianificando l’utilizzo strumentale di società estere e in particolare inglesi, nella disponibilità di Romeo e dei suoi familiari». Al centro dell’indagine ci sono varie commesse pubbliche e in particolare il cosiddetto Fm4, la gara di Facility management del valore di 2,7 miliardi suddivisa in diversi lotti: un super appalto per la fornitura pluriennale dei servizi gestionali di uffici pubblici, università e centri di ricerca.

La «soffiata»

Nel dicembre scorso, i pm di Napoli si rendono conto che è stata effettuata una bonifica negli uffici della Consip e ipotizzano che i vertici possano aver ricevuto una «soffiata». Convocano l’amministratore delegato Luigi Marroni e lui dichiara: «È stato il presidente della Consip Luigi Ferrara a dirmi che era stato messo in guardia dal comandante generale dei Carabinieri Tullio Del Sette». Poi — parlando della veicolazione delle informazioni — cita anche il comandante dei Carabinieri della Toscana Emanuele Saltalamacchia e l’allora sottosegretario alla presidenza Luca Lotti. Ferrara conferma la versione di Marroni e tutti e tre vengono indagati per rivelazione di segreto d’ufficio. Gli atti vengono trasferiti per competenza a Roma. Del Sette si presenta spontaneamente e nega ogni responsabilità, Lotti giura di aver mai saputo dell’indagine. La Procura dispone altri accertamenti e intanto si concentra sulla spartizione delle commesse pubbliche.

«Il nonno è perbene»

Tiziano Renzi conferma di aver «ricevuto l’avviso a comparire che ipotizza “il traffico di influenza”. Ammetto la mia ignoranza ma prima di stamattina neanche conoscevo l’esistenza di questo reato che comunque non ho commesso essendo la mia condotta assolutamente trasparente come i magistrati — cui va tutto il mio rispetto — potranno verificare. I miei nipoti sono già passati da una vicenda simile tre anni fa e devono sapere che il loro nonno è una persona perbene: il mio unico pensiero in queste ore è per loro».

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