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Smart working nella Pa senza utenze personali e diritto alla disconnessione (per 11 ore)

di Claudia Voltattorni

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Linee guida: schema generale verso il contratto

Sì allo smart working negli uffici pubblici ma con molti paletti. Dopo il decreto Rientro del ministro della Pubblica amministrazione Renato Brunetta che ha fissato dal 15 ottobre (in contemporanea con l’obbligo di green pass) il ritorno in ufficio come modalità prevalente di lavoro per i dipendenti pubblici, arrivano le linee guida per il lavoro agile dei 3 milioni e 200mila lavoratori sparsi nelle 32mila amministrazioni pubbliche d’Italia. Venerdì il ministro le ha presentate ai sindacati. Sono un primo passo, una sorta di schema generale, in attesa di arrivare alla definizione dello smart working nell’impiego pubblico nell’ambito della discussione in corso sul nuovo contratto nazionale. Lo spiega lo stesso Brunetta: «Durante la pandemia lo smart working è stata una decisione saggia, ma unilaterale del governo. Adesso la competenza organizzativa spetterà, come dev’essere, al datore di lavoro, ossia a ciascuna amministrazione, ma la regolazione avverrà attraverso i contratti». Le linee guida però «anticiperanno i contratti»: «Il confronto con i sindacati - continua Brunetta - si è reso necessario perché nelle more della definizione dei rinnovi e dunque della regolazione del lavoro agile, pensiamo sia utile per le 32mila amministrazioni italiane poter contare su linee guida che anticipino ciò che sarà previsto nei contratti». L’obiettivo, sottolinea il ministro è quello di avere, «da fine gennaio strutturato, normato, contrattualizzato e organizzato fuori dall’emergenza il lavoro agile, che dovrà rientrare a pieno titolo in uno dei modi di organizzazione del lavoro nella Pubblica amministrazione».

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