Milano, 20 ottobre 2017 - 12:23

Referendum autonomia, Maroni: «La sicurezza del voto elettronico è garantita, fatte verifiche»

Il governatore: «Gli hacker sono intervenuti su un sito della società che è pubblico, ma mi hanno detto che non ha nulla a che fare con il software del voto»

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«Abbiamo fatto una verifica con la società, che ci ha confermato che il software è assolutamente sicuro»: così il presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni, ha ribadito venerdì mattina la sua tranquillità rispetto ad alcuni articoli di stampa che indicavano come hackerabile il sistema del voto elettronico del referendum per l’autonomia. «Sono intervenuti su un sito della società che è pubblico - ha spiegato Maroni - ma mi hanno detto che non ha nulla a che fare con il software del voto». «Dopodiché è una sperimentazione, potrà succedere che in un uno dei novemila seggi si rompa un cavetto - ha scherzato Maroni -, ma sulla sicurezza del voto ho avuto garanzie da chi ci fornisce il software».

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«Ottimista»

Ai giornalisti che gli chiedevano un bilancio della campagna, Maroni ha risposto: «Si sta diffondendo la convinzione anche nel mondo delle imprese, che è sempre il più scettico e questo mi fa piacere. Sono ottimista. Ho già detto che dal 34% di affluenza in su lo considero un successo». Il governatore ha osservato che quel dato di affluenza del referendum del 2001 sulla riforma del Titolo riguardò «un riforma che il centrosinistra considerava epocale».

Status «intermedio»

Nel corso dell’incontro, nella sede dell’Ordine dei commercialisti di Milano, Maroni ha ribadito che intende «chiedere tutte le materie previste dall’articolo 117» della Costituzione, puntando anche a ottenere «almeno il 50% del residuo fiscale, ovvero 27 miliardi di euro» all’anno. Il governatore ha spiegato di voler far riconoscere alla Lombardia uno status intermedio fra la Regione a Statuto speciale, per cui vorrebbe una modifica della Costituzione, e la Regione ordinaria. «Vogliamo essere una Regione speciale», ha detto. «Vediamo che cosa succederà in Consiglio regionale, io voglio andare a trattare a Roma con le varie anime della Lombardia», ha concluso rispondendo a chi gli aveva chiesto se lavorerà a un sostegno unanime alla sua proposta martedì in Consiglio regionale.

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