Il coraggio e l’eroismo degli Alleati nella Seconda Guerra mondiale: le esclusive fotografie a colori
Il 6 giugno 1944 si consumavano le prime fasi dello Sbarco in Normandia, il cui nome in codice era originariamente «Overlord». Un evento epico e tragico che ha cambiato il corso della Storia. Quello fu il momento tanto atteso e pianificato della liberazione dell’Europa continentale dal controllo nazista, ma anche uno dei più grandi spargimenti di sangue del conflitto, tra militari e civili. Ma gli Alleati operarono anche in Italia, con lo sbarco in Sicilia nel 1943 che diede il via alla riconquista della Penisola
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Lo sbarco in Normandia
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Lo sbarco in Normandia

Sono immagini drammatiche quelle che mostrano lo sforzo degli Alleati per liberare l’Europa dal nazismo. Il 6 giugno 1944 ebbe inizio l’operazione «Overlord», il più grande sbarco della storia militare, attuato dagli anglo-americani sulle coste della Normandia, nella Francia settentrionale. Una campagna che ha cambiato il corso della Seconda Guerra mondiale e il destino dell’intero continente. Vi parteciparono 12 mila navi da guerra, 4.200 mezzi da sbarco e 12 mila aerei. «Ma perché ci siamo messi in testa di farlo?», commentò l’allora primo ministro Winston Churchill nel febbraio del 1944, in un momento di totale sfiducia nell’operazione. Tanto che lo stesso Alan Brooke, capo si stato maggiore imperiale, scrisse il 5 giugno del 1944, il giorno prima del difficile ma vittorioso sbarco: «Nel migliore dei casi , riuscirà parecchio inferiore alle aspettative della maggior parte della gente , in particolare di coloro che ignorano del tutto le difficoltà dell’impresa. Nel peggiore, potrebbe rivelarsi come il disastro più sinistro di tutta la guerra». In previsione dell’attacco, Adolf Hitler aveva fatto costruire un sistema di fortificazioni (il «Vallo atlantico») lungo tutto il litorale francese e aveva concentrato nel Paese sessanta divisioni, un quarto dell’intero esercito. Ciò non bastò a impedire lo sbarco degli Alleati, che restarono padroni del campo in quella che è conosciuta come «Battaglia delle spiagge». Il fronte tedesco venne sfondato dopo alcuni giorni ad Avranches. In agosto Parigi fu liberata e il generale Charles De Gaulle vi instaurò il suo governo. In settembre, poi, gli Alleati liberarono anche Belgio e Olanda.

Ciò che lega strettamente questi eventi sono gli uomini che parteciparono attivamente e riuscirono a sopravvivere alle operazioni belliche. Con i loro occhi hanno potuto vedere e con il cuore provare ciò che oggi possiamo raccontare, con queste esclusive fotografie dell’epoca restaurate a colori. In questa prima immagine sono ritratti alcuni soldati americani che avanzano, con i veicoli blindati, sulle spiagge della Normandia, i giorni dopo il D-Day (6 giugno 1944). Dopo aver sbaragliato con successo migliaia di truppe nemiche, il compito degli Alleati fu quello di assicurarsi il controllo di un porto per avere un luogo sicuro dove trasferire le merci.
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(Ipa)
L’incursione nell’Egeo
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L’incursione nell’Egeo

All’8 settembre, l’Egeo – sede di un possedimento italiano comprendente le Sporadi meridionali (Dodecaneso) – è controllato da due divisioni italiane, (la Regina in Dodecaneso e la Cuneo nelle Sporadi settentrionali), poste sotto il controllo del Comando Forze Armate Egeo, dipendente dal Gruppo Armate Est fino all’armistizio e poi dal comando supremo. Il comando delle forze armate dell’Egeo è tenuto dall’ammiraglio Igino Campioni, che ha sede a Rodi, l’isola principale, presidiata da circa 35.000 italiani e 7.000 tedeschi. Anche a Rodi la notizia dell’armistizio giunge improvvisa, senza nessun preavviso del comando supremo. Sull’isola si verificano alcuni scontri, soprattutto grazie all’iniziativa di pochi comandanti di reparto che ritengono doveroso resistere. Campioni, invece, intavola delle trattative con il comando tedesco, e alla fine decide di arrendersi, pur rifiutando di ordinare la resa ai reparti da lui dipendenti stanziati nelle altre isole. Verrà deportato, consegnato alla RSI e fucilato a Parma il 24 maggio 1944, insieme all’ammiraglio Luigi Mascherpa, comandante di Leros e artefice di un’opposizione ai tedeschi molto più significativa. Caduta Rodi in mani tedesche, le isole di Kos e Leros tenteranno di resistere al fianco dei britannici. Il Dodecaneso sarà occupato dai tedeschi fino alla fine della guerra. La brutale strategia di occupazione da parte dei reparti del Reich, sostenuti da collaborazionisti italiani, avrà numerose vittime tra i soldati – molti internati, in condizioni durissime, sull’isola stessa – e la popolazione. In particolare, la comunità ebraica di Rodi e Kos verrà interamente deportata nei lager nell’estate del 1944, e là scomparirà. Alcuni italiani, come il capo cannoniere Pietro Carboni, si daranno alla macchia, rendendosi protagonisti di episodi, spesso sfortunati, di resistenza individuale. In questa fotografia, gli aeroplani Bristol Beaufighter del 227 squadrone RAF sono raffigurati mentre, in picchiata, si apprestano ad attaccare una nave tedesca nel Mar Egeo, vicino all’isola di Kos il 3 ottobre 1943, durante la campagna del Dodecaneso, un tentativo delle forze Alleate per conquistare le isole italiane. Il Bristol Beaufighter, spesso chiamato semplicemente il «Beau» era un aereo da caccia pesante britannico derivato dal precedente aerosilurante Beaufort prodotto dalla stessa azienda, la Bristol Aeroplane Company. Il nome Beaufighter deriva dalla fusione di «Beaufort» e «fighter» (aereo da caccia in lingua inglese).
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(Ipa)
La Battaglia di Cherbourg
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La Battaglia di Cherbourg

Lo sbarco avvenne su cinque spiagge a est di Cherbourg e ci vollero poi sei giorni per riunire tutte le truppe disperse lungo un fronte di cento chilometri. La scelta dei nomi in codice delle spiagge dello sbarco fu affidata ai comandanti americani e britannici. Gli americani scelsero un loro stato (Utah) e una loro città (Omaha) di cui erano originari due sottufficiali. Il generale britannico Montgomery propose dei nomi di pesce: goldfish (pesce rosso), swordfish (pesce spada) e jellyfish (medusa), che vennero poi abbreviati in Gold (oro) e Sword (spada). La medusa fu scartata perchè l’abbreviazione jelly significa gelatina e non appariva adatta. Il tenente colonnello canadese Dawnay propose allora Juno, il nome della moglie. Nella foto i prigionieri tedeschi (si calcola siano stati tra i 16 mila e i 18 mila) scortati verso le spiagge della Normandia, dopo la fortunata conquista alleata della vicina città di Cherbourg. Il comando alleato lanciò un’offensiva sulla città il 22 giugno 1944 e, nonostante all’inizio incontrasse una dura opposizione, il 29 giugno i tedeschi si arresero e i comandanti tedeschi furono catturati. Iniziata due settimane dopo lo sbarco Alleato del 6 giugno, essa vide la città di Cherbourg venire isolata e successivamente occupata; il porto della città bretone, ritenuto strategicamente fondamentale dagli Alleati, venne invece reso inservibile dai tedeschi e solo dopo tre mesi poté essere utilizzato per lo sbarco dei materiali.
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(Ipa)

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