28 luglio 2021 - 20:07

Veneto, è morto il tenore Giuseppe Giacomini: «Una voce straordinaria»

Si è distinto per le uniche doti vocali, in ruoli da tenore drammatico, in un repertorio estremamente ampio, dai grandi titoli del Belcanto e di Verdi, a Puccini e al Verismo

di Redazione Online

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Giuseppe Giacomini
Giuseppe Giacomini

È scomparso all’età di 80 anni il tenore Giuseppe Giacomini. A darne l’annuncio è il sovrintendente e direttore artistico dell’Arena di Verona, Cecilia Gasdia, a nome di tutta la Fondazione. Nato a Padova nel 1940, Giuseppe Giacomini avrebbe compiuto 81 anni il prossimo settembre.

Nei teatri di tutto il mondo

Malato da tempo, si era ritirato dalle scene dopo una carriera lunga e costellata di grandi successi in Italia e all’estero, che gli valsero diversi riconoscimenti e onorificenze, dal premio Zenatello alla nomina a Kammersanger dell’Opera di Vienna. Si distinse per le uniche doti vocali, in ruoli da tenore drammatico in un repertorio estremamente ampio, dai grandi titoli del Belcanto e di Verdi, a Puccini e al Verismo, fino a prime assolute di autori contemporanei. Dal debutto avvenuto nel 1966 come Pinkerton in “Madama Butterfly” a Vercelli, dopo una lunga gavetta, salì alla ribalta nei più importanti teatri del mondo: Milano, Roma, Napoli, Parma, Torino, Berlino, Monaco, Vienna, Zurigo, Parigi, Bruxelles, Barcellona, Londra, Oslo, Budapest, New York, Houston, Buenos Aires, Mosca, Seul. A Verona, fu protagonista costante per oltre vent’anni in nuove produzioni storiche insieme a cast eccezionali, sia all’Arena di Verona che al Teatro Filarmonico, indimenticabile Cavaradossi, Radamès, Otello, ma anche Manrico e Alvaro.

Il ricordo

«Giuseppe Giacomini è stato una delle voci più straordinarie che abbia mai sentito dal vivo, e così straordinario era anche lui come persona. – commenta Cecilia Gasdia, Sovrintendente e Direttore Artistico della Fondazione Arena di Verona – Dopo averlo ammirato da giovane figurante e corista, ho potuto cantare insieme a lui in moltissime serate d’opera memorabili. Voglio ricordarlo come amico affettuoso per il grandissimo senso di responsabilità che lo attanagliava prima di entrare in scena, come se ogni volta fosse la prima: appena cominciava a cantare, conquistava il pubblico con una voce unica, ma nel cuore coltivava l’umiltà dei grandi artisti».

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