27 aprile 2021 - 10:12

Milva, la camera ardente al Piccolo Teatro Strehler di Milano. La gente in coda per omaggiarla

I funerali della cantante, scomparsa a 81 anni, saranno celebrati in forma privata. Il sindaco: «Doverosa l’iscrizione al Famedio, ha dato tanto all’arte, alla cultura e all’impegno». La frase citata dalla figlia: «Prima muoio, poi interrompo lo spettacolo»

di Elisabetta Andreis

Milva, la camera ardente al Piccolo Teatro Strehler di Milano. La gente in coda per omaggiarla
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Una lunghissima fila dalle 9 del mattino, ben prima dell’apertura della camera ardente al Piccolo Teatro Strehler di Milano dove oggi fino alle 13.30 si può dare l’ultimo addio a Milva, al secolo Maria Ilva Biolcati, morta venerdì scorso a 81 anni, una delle interpreti più amate della musica italiana, apprezzatissima anche all’estero. I funerali della «pantera di Goro» seguiranno poi in forma strettamente privata.

La figlia Martina Corgnati, critica d’arte, ha salutato molti dei presenti e ha avuto una parola gentile per ciascuno. «Non poteva che essere qui la sua camera ardente, per tutto quello che il Piccolo ha rappresentato nella storia umana e professionale di mia madre, è il luogo simbolo del suo lavoro, della sua ricerca, della sua carriera», ha detto. «Grazie quindi al Piccolo Teatro e sono felice di essere qui - ha proseguito -. Ricordo una frase che ripeteva spesso: “Prima muoio, poi interrompo lo spettacolo”. Dice parecchio di lei». Poi ha citato uno dei tanti episodi della sua lunga carriera: «Forse lo spettacolo più a rischi per lei fu l’ultimo con Strehler , Non sempre splende la luna, lo spettacolo che forse si è visto meno: era uno show formidabile con una Milva messa a nudo, con i capelli legati, senza scarpe. Lei e la sua voce. Con Strehler si realizzava una simbiosi, un complemento artistico assoluto, per cui nell’Opera da tre soldi l’abbiamo vista, tanti tanti anni fa, come una forza espressiva e di comunicazione di un personaggio degna di una grande attrice. Con la sua voce realizzava una grande teatralità».

Il sindaco Beppe Sala è stato tra i primi a salutarla: «Io appoggerò la richiesta di iscrizione al Famedio (come richiesto dal gruppo Pd a Palazzo Marino, coordinato da Filippo Barberis e con Diana De Marchi, ndr)» ha subito detto, aggiungendo: «I grandi artisti sono lì ed è assolutamente giusto che anche Milva sia lì. Con i tempi corretti perché la commissione si riunisce tendenzialmente a settembre-ottobre. Ma ho parlato con la figlia e non credo che sia un problema di urgenza. È la commissione che decide, diciamo che c’è tutto il mio appoggio, credo che sia giusto il ricordo di una persona che ha dato tanto all’arte e alla cultura ma anche all’impegno milanese». Sala si è poi soffermato su un ricordo: «— ha dichiarato il sindaco —. Ho visto di sfuggita Milva una volta, solo quattro chiacchiere. Certo era una persona che sprigionava fascino da ogni poro. È giusto il ricordo di una persona che ha dato tanto all’arte, alla cultura e all’impegno milanese. La coincidenza della sua morte poco prima del 25 aprile simbolicamente fa riflettere. Era una donna estremamente impegnata, una donna emiliana adottata da Milano. Milanese è chi ama Milano e vuole partecipare alla vita di Milano».

In coda tra gli altri il musicista Franco Mussida e il parrucchiere Sergio del negozio Futura in corso Venezia, dove Milva andava spesso da quando, negli anni 80, era venuta a Milano. «Aveva un rispetto assoluto per se stessa e per gli altri, sapeva prendersene cura», racconta commosso. Caustica Rita Pavone: «Secondo quando me si ha carattere e si ha talento bisognerebbe riuscire ad essere apprezzati quando si è vivi. Non che si piange dopo e si dice ”era tanto brava”. Meritava di essere ricordata almeno ogni tanto». E poi centinaia di cittadini comuni. «Mio papà era innamorato di lei, per la voce quasi lirica e il carisma», racconta Caterina Lombardi, accompagnata da Aurelio Biolcati. «Mi ricorda la gioventù, è stata per me la piu grande cantante degli anni 60 e aveva una coerenza anche politica», dice Osvaldo Girotti. «Ricordo bene quando ebbe il coraggio di cantare improvvisamente Bella ciao nella versione originale in una trasmissione con Corrado, piu di quarant’anni fa, fece molto clamore. Lei conosceva il lavoro duro dei campi, non nacque cittadina, lo diventò solo in seguito».

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