Luxuria nel suo liceo di Foggia«Diritti e inclusione, parlo ai giovaniIl mio grazie a Maurizio Costanzo»

diRosarianna Romano

L’ex parlamentare guarda ancora alla politica: «Io delusa dal Pd, ma con Schlein un vento nuovo. Giusto portare i temi dei diritti ovunque, anche a Sanremo: se ci scandalizza vuol dire che è necessario. Il governo? Da Piantedosi parole orrende»

Vladimir Luxuria al liceo e oggi

Vladimir Luxuria al liceo e oggi

Per la prima volta torna sui suoi passi. Non con uno zaino dietro le spalle, ma con qualche anno in più e un’esperienza maturata tra altre aule, anche quelle della Camera. È Vladimir Luxuria, 57 anni, che venerdì 3 marzo rientra nella scuola che l’ha formata, l’istituto tecnico Giannone-Masi di Foggia. Questa volta, però, è lei ad essere dall’altra parte, parlando a giovani a cavallo della maggiore età di «diversità» e «unicità», i valori che da sempre hanno caratterizzato il suo percorso da donna e da politica. Luxuria già nel 2006 aveva rotto il soffitto di cristallo: è stata la prima deputata transgender a entrare nel Parlamento italiano. Adesso si racconta con un occhio al passato, a quando il suo nome era Vladimiro Guadagno, aveva capelli lunghi e indossava foulard. Ma il suo sguardo è rivolto anche al mondo di oggi, che la vede in prima linea anche in pièce teatrali (sabato ad Aradeo, in provincia di Lecce) e battaglie per i diritti delle donne (l’8 marzo a Foggia).

Luxuria, anche quando è uscita dal Parlamento è stata attenta alla politica. C’è un vento nuovo nella sinistra con Elly Schlein?

«È un vento che ho sentito mentre ero in coda alle primarie. Ero sorpresa dalla fila lunga che ho visto, penso che ci sia andata molta gente con la speranza di un cambiamento e delusa dal passato».

Delusa da cosa esattamente?
«Innanzitutto dalle scelte di Letta, come quella di candidare Casini a Bologna. Ma delusa anche dallo stillicidio che ha avuto il Pd, che ha aspettato così tanto tempo per un cambio di marcia dopo risultati disastrosi».

Quale è stato il segnale di cambiamento portato da Schlein?

«Lo spostamento a sinistra del Pd. Un partito che lotta contro le disuguaglianze economiche e civili, per la parità di diritti. Mi auguro un’alleanza con le forze più progressiste e con il M5S. E se c’è qualcuno che va via (tra gli ex Dc) sarà una zavorra in meno».

Schlein ha cominciato con un duro attacco al governo: ha definito «indegne» le parole di Piantedosi sulla tragedia di Crotone. Che cosa ne pensa?

«Le parole di Piantedosi sono state orrende. A maggior ragione perché dette con corpi ancora caldi, con bambini morti e donne morte. Donne che fuggono dall’Afghanistan, terra dove rischiano di morire solo perché hanno tolto un velo o messo lo smalto alle mani. Le ho trovate davvero disumane».

Lei ha deciso di tornare nella sua scuola. Che temi intende affrontare?

«Mi fa piacere parlare di temi che quando io frequentavo la scuola erano tabù. Forse neanche esisteva la parola omofobia e bullismo: era considerato normale insultare, quindi non c’era bisogno di un termine che stigmatizzasse questo atteggiamento. Oggi per fortuna da questo punto di vista i tempi sono cambiati e ci sono docenti e dirigenti scolastici attenti a certi argomenti».

Emozionata?

«Tornerò giovane. Ho deciso di fare lo stesso tragitto che facevo da casa al Giannone. Poi, sempre a piedi, tornerò a casa, dove mi aspetterà il pranzo preparato da mamma. Quindi farò esattamente le stesse cose, con la forte emozione di essere nella scuola dove ho studiato. Sarà strano per me essere nell’aula magna dall’altra parte: dai banchi alla cattedra per parlare con le nuove generazioni».

Com’era Luxuria a 18 anni?

«Cominciavano già all’epoca i miei interrogativi sulla mia identità sessuale: avevo i capelli lunghi, portavo gli orecchini, foulard, vestivo di rosa. Ero un manifesto di diversità e questo ha causato anche tanti pericoli, insulti e purtroppo anche botte.

Ha ricordi positivi?

«Certo. Tutte le persone che mi hanno appoggiata, che mi stimavano, i docenti con cui avevo un bellissimo rapporto. Torno tra quei banchi anche con la consapevolezza che ho avuto la fortuna che, chi mi conosceva, mi stimava. Anche perché il giudizio parte sempre dall’ignoranza, cioè dal giudicare prima, senza conoscere».

E poi lei ha sempre guardato dritto davanti a sé.

«Sono sempre andata avanti per la mia strada, forte, come una schiacciasassi. Ho proseguito i miei studi e mi sono laureata, anche con 110 e lode. Ma tanti più fragili di me hanno perso la voglia di studiare, e qualcuno purtroppo anche la voglia di vivere».

La scuola può cambiare le cose?

«La scuola è informazione e formazione. C’è bisogno di una scuola dove non si rischia di leggere un insulto scritto sul quaderno o sui muri dei bagni. Una scuola senza risatine quando viene pronunciato il cognome all’appello. Servirebbe a fare in modo che i ragazzi rendano anche di più. Il diritto universale allo studio deve contemplare un ambiente non ostile nei confronti di tutti: di chi è balbuziente, di chi ha una diversità fisica, sessuale, un colore di pelle o un accento geografico diverso. Serve lottare contro il bullismo in tutte le sue declinazioni».

La scuola purtroppo è anche terreno di scontri, come quello che è successo a Firenze.

«Ho visto il video: è terribile. Adesso al bullismo e alla violenza si abbina anche la soddisfazione di filmare e di godere nel vedere filmata la propria azione deplorevole. È da condannare. Mi è sembrato strano un richiamo a una preside che scrive una lettera contro lo squadrismo, dato che è anche un principio costituzionale la lotta al fascismo. Ci sono ragazzi ignoranti che non conoscono la storia e usano certi simboli come se fossero dei marchi di appartenenza».

Ci sono altri strumenti per contribuire a creare una nuova narrazione?

«Ogni mezzo è buono: teatro, televisione, aula magna. Bisogna portare questi temi ovunque perché, come diceva la saggezza di mia nonna: ogni mollica fa la pagnotta».

Anche il bacio fra Rosa Chemical e Fedez a Sanremo?

«Fin quando fa notizia, fin quando ci si scandalizza, vuol dire che è sempre utile farlo».

Chi secondo lei ha per la prima volta sdoganato questi temi in tv?

«A metà degli anni novanta, quando non era facile parlare di questi argomenti in televisione, Maurizio Costanzo fu il primo a sdoganarli al grande pubblico, invitandomi centinaia di volte al Maurizio Costanzo Show. Insieme parlavamo di identità sessuale e lotta contro l’omofobia. Gli sono grata perché ha avuto il coraggio di portare per la prima volta questi temi all’attenzione dei telespettatori».

E lei ha contribuito a questa lotta, anche con il suo impegno politico?

«Assolutamente sì. Io sono quello che mi è mancato durante i miei anni di studio: un modello di riferimento. Io non ne avevo e mi rendo conto che le mie lotte e le mie testimonianze sono diventate un esempio per tante persone che si sono sentite rappresentate e rafforzate dalle mie parole».

Come donna del Sud, cosa si sente di dire ai giovani del Mezzogiorno?

«Il Sud è pieno di risorse. Però è una fuoriserie con il freno a mano. Dobbiamo fare in modo che i talenti possano fiorire nel nostro territorio e che nessuno sia più obbligato a lasciare il nostro sud né per motivi di lavoro né per motivi legati al proprio orientamento sessuale».

La newsletter del Corriere del Mezzogiorno - Puglia

Se vuoi restare aggiornato sulle notizie della Puglia iscriviti gratis alla newsletter del Corriere del Mezzogiorno. Arriva tutti i giorni direttamente nella tua casella di posta alle 12. Basta cliccare qui.

La newsletter del Corriere del Mezzogiorno

Se vuoi restare aggiornato sulle notizie della Puglia iscriviti gratis alla newsletter del Corriere del Mezzogiorno. Arriva tutti i giorni direttamente nella tua casella di posta alle 12. Basta cliccare qui.


Instagram

Siamo anche su Instagram, seguici https://www.instagram.com/corriere.mezzogiorno/

2 marzo 2023 2023 ( modifica il 3 marzo 2023 2023 | 07:37)