14 giugno 2021 - 10:57

Poster sul suicidio di Seid Visin, la nuova campagna choc di Andrea Villa

L’artista diffonde in strada l’immagine disturbante di una lametta per ricordare il disagio di tanti ragazzi , acuito dalla pandemia. «Occorre un aiuto psicologico, si rischia l’effetto Kafka-scarafaggio a causa dell’incomprensione»

di Alessandro Chetta

Poster sul suicidio di Seid Visin, la nuova campagna choc di Andrea Villa Uno dei poster della campagna «Suicide prevention»
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Una lametta, à la Donatella Rettore, per inquadrare un tema terribile, il suicidio dei ragazzi. Parte dalla triste storia di Seid Visin, la nuova campagna di affissioni (illegali) nelle strade torinesi del virtualista e street artist Andrea Villa, noto come Banksy di Torino. L’hashtag sui manifesti è chiaro: «Suicide Prevention». «Con questo lavoro voglio sensibilizzare sullo stato della salute mentale giovanile, che è spesso è un tabù, e non viene quasi mai preso in considerazione nel mondo dell’arte».

Un’immagine disturbante - la lama con su impressa la silhouette di un giovanissimo millenial -; suscita disagio e persino imbarazzo, al pari se non persino in misura maggiore rispetto ai poster con i falli in erezione (la campagna NoDicks) o con le maestre d’asilo nude contro il revenge porn. L’imbarazzo è la nuova frontiera dell’arte contemporanea, esauriti da tempo lo stupore e lo choc.

L’artista la spiega così: «Il mio nuovo lavoro vuole porre l’attenzione su Seid Visin, sul suo suicidio (il ventenne ex calciatore di colore, nato in Etiopia e adottato in Italia, si è tolto la vita il 4 giugno scorso) e su quello di tutti i ragazzi adolescenti che hanno vissuto questo momento di crisi pandemica. Quando un genitore vede un figlio in difficoltà minaccia di mandarlo dallo psicologo, ed è vista da tanti come una soluzione di emergenza. In realtà credo sia un supporto a cui tutti dovrebbero rivolgersi per cercare di comprendere i propri limiti e i propri problemi. Non voglio - conclude Andrea Villa - che i giovani, a causa dell’incomprensione dei genitori diventino psicologicamente come Gregor Samsa, il giovane alienato trasformato in un insetto nel celebre racconto di Franz Kafka».

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