23 maggio 2019 - 09:17

Basket in lutto, morto Tony Gennari: innescò la rivalità Milano-Varese con lo scudetto a tavolino

L’italo americano aveva 76 anni. Scomparso anche Valentino Battisti, classe 1969, uno scudetto con la Virtus Bologna

di Flavio Vanetti

Basket in lutto, morto Tony Gennari: innescò la rivalità Milano-Varese con lo scudetto a tavolino
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Fu alla base di un vero e proprio caso che determinò l’assegnazione a tavolino di uno scudetto, innescando di fatto la grande rivalità tra Milano e Varese nei giorni in cui le squadre avevano le sponsorizzazioni, rispettivamente, Simmenthal e Ignis. Ma poi ebbe modo di rifarsi, conquistando una Coppa dei Campioni proprio con Varese

(bolognabasket.org)
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e vestendo la maglia della Pallacanestro Milano - alternativa cittadina all’Olimpia - con i colori dell’All’Onestà. Parliamo di Tony Gennari, l’italo-statunitense che è morto mercoledì all’età di 76 anni in una giornata triste per la nostra pallacanestro perché a causa di un intervento al cuore non riuscito si è spento pure Valentino Battisti, classe 1969, uno scudetto con la Virtus Bologna, uno dei ragazzi dell’impertinente Billy di Dan Peterson, la famosa Banda Bassotti.

Tony Gennari era alto 1,90 ed era un esterno piuttosto pericoloso, in grado di fare la differenza. Era stato quinta scelta (numero 35 complessiva) dei New York Knicks nel draft Nba del 1964, ma scelse l’Europa e così approdò a Varese per una prima parentesi subito baciata dal successo nella Coppa Intercontinentale del 1966. Ma fu nella nostra serie A che scoppiò il grande pasticcio. Varese, infatti, aveva ingaggiato Gennari come straniero per le coppe. Ma il giocatore aveva nel frattempo avviato le pratiche per la sua italianizzazione e i documenti erano giunti proprio alla vigilia dello spareggio-scudetto al PalaEur di Roma. La Ignis con una procedura d’urgenza riuscì così a tesserarlo e a mandarlo in campo contro il Simmenthal. Il contributo di Gennari fu importante (10 punti) ma non decisivo: Varese aveva dominato a prescindere da lui e si era imposta di quindici punti senza troppe difficoltà. Ma l’impiego dell’italo-americano portò a una campagna di stampa contro la Federbasket che terminò, dopo mesi., con il 2-0 a tavolino per il Simmenthal e con l’assoluzione dei dirigenti varesini perché giudicati in buona fede.

La Ignis non digerì mai quella decisione, men che meno con la formula buonista verso il club (buonista e vagamente ipocrita: o hai commesso l’irregolarità, o non l’hai commessa): si disse che era stato il potere politico di Milano ad aver ribaltato il verdetto del campo. Ancora oggi a Varese considerano quel titolo legittimamente conquistato e scippato solo a causa dell’abilità del presidente milanese Adolfo Bogoncelli e di Cesare Rubini, l’allenatore, nel muoversi nei meandri federali.

Gennari passò poi a Forlì (1967-1969) e subito dopo alla Pallacanestro Milano (1969-71). Quindi ecco il ritorno a Varese con il trionfo a Tel Aviv nel 1972 sulla Jugoplastika Spalato nella finale della Coppa dei Campioni. La maglia gialloblù non fu però la sua ultima in Italia: chiuse infatti, dal 1973 al 1975, alla Sebastiani Rieti.

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