26 settembre 2020 - 09:12

Paola Taverna (M5S) sotto accusa: «Ha incassato l’indennità di funzione, va sospesa»

Alla vicepresidente del Senato viene contestato di non aver versato l’indennità di carica (40 mila euro) al fondo creato dal Movimento. Chiesta la sua sospensione

di Cesare Zapperi

Paola Taverna (M5S) sotto accusa: «Ha incassato l'indennità di funzione, va sospesa»
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Solo tre giorni fa, infastidita dalle voci che la riguardavano, Paola Taverna aveva postato su Facebook un video in cui, polemizzando con Davide Casaleggio aveva ricordato alcune sue parole: «credo che nessuno debba essere al di sopra delle regole ed è altrettanto importante che nessuno possa anche solo pensarlo. Esatto, nessuno». La vicepresidente pentastellata del Senato voleva mettere a tacere le critiche di chi le contestava di non aver provveduto alle restituzioni previste dal Movimento. E assicurava di essere perfettamente in regola. Ma così pare non essere perché tra militanti e parlamentari a 5 Stelle c’è grande agitazione. In quel video, infatti, Taverna afferma di aver versato alcune decine di migliaia di euro incassate sotto la voce «indennità di carica» alla Protezione civile.

La violazione di due regole

Bene, si fa osservare che in questo modo la senatrice avrebbe violato ben due regole interne. Anzitutto, incassando quelle somme. In secondo luogo, dando loro una destinazione diversa da quella indicata dal Movimento che raccoglie in un unica direzione tutte le restituzioni che arrivano dai parlamentari (in passato è stato aperto un fondo per le micro-imprese). Per questo, da più parti si chiederebbe un intervento di chi di dovere per un provvedimento disciplinare nei confronti della Taverna. La sospensione, come minimo. Ed è chiaro che, trattandosi della vicepresidente del Senato, nonché di una delle personalità più in vista del mondo a 5 Stelle, sarebbe un caso destinato a fare un certo clamore.

Il video di difesa su Fb

Tre giorni fa, nel video su Facebook la senatrice sembrava sicura del fatto suo: «Ho restituito 309 mila euro in 7 anni. Chiedo che venga resa pubblico il prima possibile che io non sono tra i morosi. Sono già un paio di mesi che io finisco sui giornali come colei che non restituisce e chi doveva smentirlo non lo ha ancora fatto». «Gli articoli sono continuati» aveva detto la Taverna, fino a quando il nome della vicepresidente del Senato è finito anche nella lista dei parlamentari inadempienti quando il 14 settembre Davide Casaleggio ha mandato una mail agli iscritti in cui li informava di dover interrompere alcuni servizi di Rousseau per le mancate restituzioni. «Mi è anche arrivata una lettera dei probiviri perché in arretrato di 4 mensilità ma sarebbe bastato controllare nella sezione `trasparenza´ del sito Rendiconti. Qui ci sono tutti i bonifici fatti dai parlamentari e bastava controllare tutti i bonifici che ho fatto. Io ho sempre dato il mio contributo a Rousseau, sempre fatto i bonifici per le restituzioni. Se non c’è un clima di tranquillità spero che ci sia un clima di verità mi aspetto che la mia posizione venga resa pubblica il prima possibile».

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