Milano, 28 marzo 2017 - 17:01

«Così hanno perquisito mio figlio»
Usa, la video-denuncia di una madre

Polemica per come gli agenti americani del TSA hanno controllato un minore all’aeroporto di Dallas. La mamma filma tutto e posta su Facebook

di Leonard Berberi

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Una perquisizione un po’ troppo invasiva. E per di più nei confronti di un minore in pantaloncini e maglietta. È scoppiata la polemica su quanto testimoniato in un video di due minuti e nove secondi pubblicato su Facebook da Jennifer Williamson. La donna ha denunciato il modo in cui un addetto ai controlli della TSA - la Transportation Security Administration, agenzia governativa nata dopo l’11 settembre 2001 - ha controllato il figlio, che si chiama Aaron e di cui non rivela l’età, al Dallas Fort-Worth International Airport, negli Stati Uniti.

Il filmato su Facebook

Nel filmato — visualizzato oltre cinque milioni di volte — l’agente mette in atto le pratiche anti-terrorismo previste, tastando ripetutamente il minore che se ne sta fermo ed esegue gli ordini dell’uomo in divisa. «Hanno trattenuto Aaron per un’ora e ci hanno fatto perdere pure il volo», scrive la madre. «Ci hanno trattati come cani perché ho richiesto agli agenti del TSA di perquisire mio figlio in un modo diverso. Aaron ha un disturbo dell’integrazione sensoriale e non volevo lo controllassero in quel modo». Nulla da fare. L’agente — poi affiancato da un altro, secondo Jennifer Williams — ha continuato a seguire quello che prevede il protocollo classico.

La versione degli agenti

«Abbiamo seguito la procedura prevista nei casi in cui scatta l’allarme ai varchi di sicurezza», hanno spiegato dal TSA. Una versione che la madre nega: «Non è suonato alcun allarme». La polizia di frontiera americana ridimensiona — anche se di poco — anche i tempi: «Sono stati trattenuti per circa 45 minuti di cui due minuti di perquisizione, avvenuta di fronte alla mamma e due altri poliziotti chiamati per rassicurare proprio lei».

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