28 luglio 2020 - 19:39

Gianrico Tedeschi, la figlia Enrica ricorda l’attore morto a 100 anni: «Quando ha lasciato il palco si è staccato dalla vita»

La figlia ricorda l’attore scomparso a 100 anni: «Quando ha lasciato il palco si è sentito stanco e lentamente si è staccato dalla vita cui aveva dato tutto quello che poteva»

di Maurizio Porro

Gianrico Tedeschi, la figlia Enrica ricorda l'attore morto a 100 anni: «Quando ha lasciato il palco si è staccato dalla vita»
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Gianrico Tedeschi, grande attore che conosceva e modulava tutti i fattori umani sia in dramma sia in commedia, in prosa e in poesia, è morto la notte di martedì dopo aver festeggiato il 20 aprile il centenario con gli auguri del presidente Mattarella e una chat di gruppo con gli amici, la moglie, le due figlie che hanno cantato, dividendosi le strofe, il song di Peachum dall’Opera da tre soldi, lo spettacolo brechtiano che aveva recitato con Strehler. È morto dopo cena, assopendosi per sempre, nella casa a Pettenasco sul lago d’Orta dove era andato a vivere venti anni fa e dove era naturalmente cittadino benemerito. È morto, no anzi si è trasformato, come ha detto con immanente filosofia, il tenente Tedeschi Gianrico, simpatico e canterino, amato da tutti i suoi commilitoni e capace perfino di prendere in giro i tedeschi durante la guerra.

È morto il prigioniero di guerra che ancora cinque anni fa incontrò con le lacrime agli occhi il compagno del lager nazista dove era stato rinchiuso per non aver aderito al rigurgito di fascismo della Repubblica di Salò, ma capace di recitare da prigioniero Enrico IV con Enzo Paci e Guareschi tra il pubblico. È uscito di scena quel grande attore che fino a pochi anni fa fu in scena al Parenti, l’ultima sua «casa» milanese (dove era stato in locandina coi Promessi sposi alla prova di Testori), poi si era ritirato non potendo affrontare la fatica delle tournée. Silenziose la moglie-partner Marinella Laszlo e Sveva, figlia anche lei attrice, in attesa dei funerali che saranno celebrati con pochissimi intimi venerdì, parla la figlia Enrica, professoressa di sociologia che sul padre ha scritto un complice, informato libro Semplice, buttato via, moderno, intendendo lo stile di recitare non epico né stanislavskiano. Racconta: «Mio padre non aveva gravi malattie, quindi per fortuna non è stato un periodo di grandi sofferenze, con lo strazio degli addii, non c’è stata la trafila ospedaliera, è rimasto a casa ma fino a 15 giorni fa ancora usciva col bastone, ma era molto anziano e stanco».

Negli ultimi tempi l’attore non pensava al lavoro ma tutte le ultime interpretazioni, da Farà giorno alle Ultime lune a Dipartita finale, parlavano della vecchiaia e della fine di un percorso: «Quando ha lasciato il teatro si è sentito stanco e lentamente s’è distaccato anche dalla vita cui aveva dato tutto quello che poteva». Quale spettacolo amava di più dopo 70 anni di carriera? «Moltissimi ma Smemorando, scritto da lui, autobiografico, gli era caro perché parlava del campo di prigionia, citava le letture per lui fondamentali, i poeti incontrati nella vita; ed ha amato tutto il lavoro fatto con Strehler, Ronconi, Visconti, sentendosi anche riamato». Gianrico aveva recitato in bellissime commedie musicali, da My fair lady, dove era il british professor Higgins, a Enrico 61, in cui festeggiava in scena i 100 anni del personaggio di Rascel. «In quelle occasioni si divertiva molto e noi con lui, ed anche con le operette in tv, e pure con i Caroselli, quando c’era da cantare era come se alleggerisse ogni sera la pesantezza del vivere sua e degli spettatori. La musica era per lui un rilascio di tensioni. Quando era in guerra, militare in Grecia, combatteva ma la sera i compagni lo sentivano cantare le canzoni greche d’amore, quelle del nemico, nella sua lingua».

Mentre scriveva il libro, la figlia gli dava da leggere i capitoli e ne parlavano insieme, dopo essere uscito di quinta e prima che si ritirasse anche dalla vita. «Sapeva ciò che succedeva ma interagiva poco col mondo, continuando a rileggere il mio libro: poche parole ma molti pensieri che si muovevano dentro invisibili». Il giorno del 100° compleanno è stato segnato dal Covid: «Ci siamo sentiti a distanza con i mezzi tecnologici, stavamo tutti sul video per lui. Pochi giorni fa sono stata a trovarlo e in pizzeria, alla fine, s’è bevuto di nascosto un bicchierino di limoncello mentre la moglie non lo osservava, con lo sguardo furbetto, discolo». Gli attori gli sono stati tutti vicino, la figlia ha fatto il video del compleanno mettendo insieme tutti i colleghi che lo hanno festeggiato, ognuno con una strofa della canzone di Brecht. «Il video finisce — sussurra la figlia — con lui che ci guarda».

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